TAV E BREBEMI #0: La governance opaca dei territori‏

da http://bgreport.org/?p=4059

TAV E BREBEMI #0: La governance opaca dei territori

Con questo primo contributo prende avvio l’inchiesta sulla nuova 
autostrada BreBeMi, in fase di realizzazione, e la tratta ferroviaria ad 
alta velocità tra Treviglio e Brescia. Ogni domenica alle ore 20, per 
due mesi, BgReport pubblicherà una nuova puntata dell’inchiesta, nel 
tentativo di colmare il vuoto d’informazione che avvolge la 
realizzazione delle due infrastrutture. Mentre si moltiplicano proclami 
e dichiarazioni d’intenti di amministrazioni locali e regionali e le 
voci entusiastiche dei mezzi d’informazione, gran poco si è detto circa 
gli attori politici ed economici in gioco e gli interessi che si 
affollano intorno ai due progetti. Non è forse il momento di affrontare 
l’argomento?

La tratta ferroviaria al alta velocità tra Treviglio e Brescia è ormai 
ai nastri di partenza. Già dalla scorsa primavera si susseguono gli 
annunci a mezzo stampa dell’imminente apertura dei tre cantieri 
logistici di Caravaggio, Calcio e Fara Olivana, anche se ad oggi nulla 
sembra muoversi. E’ notizia delle ultime settimane l’avvio dell’iter 
burocratico per l’apertura del cantiere di via Brignano a Caravaggio. 
Sarà un cantiere di proporzioni importanti, circa 26.000 metri quadri, 
degno di un’opera che definire impattante è un eufemismo. A maggior 
ragione perché la nuova linea ferroviaria dovrebbe correre parallela 
all’autostrada BreBeMi, anch’essa in fase di realizzazione.

Stiamo parlando di migliaia di metri quadrati di terreno agricolo 
divorati dal cemento, espropriati o ancora da espropriare. Stiamo 
parlando di un territorio dove la mobilità è divenuta da tempo 
insostenibile e i livelli di inquinamento dell’aria sono tra i più alti 
del pianeta. E’ il profondo nord, la Pianura Padana: chilometri e 
chilometri di coltivazioni intensive e capannoni industriali. Ma è anche 
un territorio che conta alcune centinaia di migliaia di abitanti e che 
per tanto pone alcune legittime preoccupazioni circa la sostenibilità 
delle trasformazioni urbanistiche e produttive che lo investiranno.

La questione non si limita infatti all’impatto del serpente di cemento 
in sé e per sé. Il grosso interrogativo concerne invece gli effetti 
secondari delle nuove infrastrutture: l’espansione del settore logistico 
e le sue ricadute in termini di mobilità pesante e consumo di suolo, ma 
anche per il temuto proliferare di nuovi capannoni lungo il tracciato 
dell’autostrada e in prossimità dei comuni in posizione strategica. Vi è 
poi una questione specifica relativa alla città di Treviglio. Entrambe 
le opere garantiranno una nuova centralità al comune in questione, 
riducendone in maniera decisiva la distanza da Milano e accrescendo così 
appetibilità e appetiti immobiliari.

Quale sarà l’impatto territoriale dell’inevitabile processo d’ulteriore 
espansione urbana? Come saranno governate queste trasformazioni? Non vi 
è dubbio sull’opportunità di crescita economica che i due progetti 
rappresentano, ma quali ricadute avrà questa opportunità sulle 
condizioni di vita delle persone che abitano il territorio? Le 
amministrazioni leghiste dei comuni interessati sbandierano gli effetti 
positivi che le opere secondarie dovrebbero produrre sulla mobilità; 
latita però un dibattito sul futuro del territorio, in grado di 
restituire centralità al tema dell’abitare, a cui i processi economici e 
le esigenze produttive dovrebbero sempre essere subordinati.

Il grande assente in questa partita è la popolazione, che, fino ad ora, 
non sembra avere avuto alcuna voce in capitolo. Quanto è compatibile 
questo modello di governo del territorio con le regole della democrazia? 
Nel ricostruire la complicata mappatura degli attori pubblici e privati 
coinvolti nella realizzazione di BreBeMi e alta velocità emerge 
chiaramente lo spostamento dei luoghi decisionali. Come se le 
istituzioni deputate all’assunzione di decisioni di interesse pubblico 
avessero perso centralità, in favore di un modello di governance “opaca” 
in cui il bene comune appare subordinato alle esigenze del mercato e 
alla capacità d’iniziativa dei suoi attori privati.

Rimandando ad un prossimo futuro l’analisi delle implicazioni che 
queste due grandi opere produrranno sul tessuto sociale ed economico del 
territorio, l’inchiesta che prende avvio da questo primo contributo si 
pone due iniziali obiettivi. Il primo obiettivo è quello di ricostruire 
la mappatura degli interessi in gioco, con particolare attenzione alle 
convergenze di interessi politici ed economici che si addensano attorno 
ai progetti della BreBemi e dell’alta velocità. Il secondo, invece, 
riguarda i meccanismi attraverso cui questo modello di governance 
“opaca” si configura, ovvero che tipo di gestione della cosa pubblica (e 
soprattutto del denaro pubblico) esso esprime.

Chi sono gli attori economici coinvolti nella realizzazione di TAV e 
BreBeMi? Quali forze politiche sostengono le due opere? A chi conviene 
la loro realizzazione? Fornire una risposta a queste domande significa 
fare un’operazione di trasparenza, ovvero di democrazia. Ecco 
l’obiettivo dell’inchiesta. La tratta ad alta velocità tra Treviglio e 
Brescia è collocata sull’asse tra Lisbona e Kiev, lo stesso che dovrebbe 
attraversare la Val di Susa. Le comunità della valle parlano oggi al 
paese di una volontà insopprimibile di auto-determinazione; questa 
inchiesta cammina lungo lo stesso percorso. E’ un invito a farsi carico 
del proprio territorio e, in se, un atto costituente. Ne va del futuro 
di tutti e tutte.