16 marzo 2011: otto anni senza te, otto anni con te
16 MARZO 2003/ 16 MARZO 2011: otto anni senza te, otto anni con te
daxresiste.org
Sono passati otto anni dalla notte nera di Milano: l’omicidio fascista
di Dax e i pestaggi di polizia e carabinieri all’ospedale San Paolo. Ne
sono passati dieci dall’omicidio di Stato di Carlo Giuliani e dalla
mattanza del G8 genovese. Si muore per i coltelli e le botte dei
fascisti e razzisti, si muore per la brutalità dello Stato in strada, in
caserma e in carcere. Istituzioni repressive, polizia, carabinieri e
guardie carcerarie uccidono, coperti da menzogne e depistaggi.
Continuiamo a ricordare Davide, insieme a Carlo e a tutti gli amici, i
compagni e i fratelli uccisi da razzisti, fascisti o dallo Stato, in
Italia come in Europa.
Lampi di Cassandra/ Vi ricordate di Julian? di Marco Calamari
Roma – Penso di si, di Julian un ricordo lo dovreste avere. Non parlo del clamore suscitato dal sito Wikileaks nell’ultimo anno. il sito c’era anche prima, ma le azioni di pubblicazione che aveva effettuato non avevano raggiunto quella massa critica che le rende notizie di cronaca e che automaticamente ne moltiplica la risonanza ed i (positivi) effetti.
Non parlo neppure delle sue peripezie in giro per il mondo per essere un bersaglio meno facile, culminate nella sua vicenda giudiziaria anglo-svedese che lo vede oggi bersaglio di una ormai concessa estradizione dal Regno Unito alla Svezia.
Don Gallo a Bossi: «Nessuno può fermare i migranti»
«Le parole di Bossi sono inutili, nessuno può fermare i fenomeni migratori, sono come un fenomeno sismico». Don Andrea Gallo, fondatore e anima della comunità di San Benedetto al Porto di Genova, commenta così l’invito del leader della Lega Nord a mandare «in Francia e in Germania» gli immigrati in fuga dal Nord Africa.
«Per la probabile emergenza migratoria dal Maghreb serve l’impegno di tutta l’Europa, – aggiunge il sacerdote genovese a margine dell’inaugurazione di una nuova struttura d’accoglienza – e l’Italia deve cominciare per prima ad accogliere i profughi».
Italia primo fornitore europeo di armi alla Libia
da Unimondo.org
L’Italia non solo è uno dei principali partner commerciali della Libia, ma è il maggiore esportatore europeo di armamenti al regime di Gheddafi. I Rapporti dell’Unione europea sulle esportazioni di materiali e sistemi militari (qui l’ultimo rapporto e un’analisi) certificano che nelbiennio 2008-2009 l’Italia ha autorizzato alle proprie ditte l’invio di armamenti alla Libia per oltre 205 milioni di euro che ricoprono più di un terzo (il 34,5%) di tutte le autorizzazioni rilasciate dall’UE (circa 595 milioni di euro). Tra gli altri paesi europei che nel recente biennio hanno dato il via libera all’esportazione di armi agli apparati militari di Gheddafi, figurano la Francia (143 milioni di euro), la piccola Malta (quasi 80 milioni di euro), la Germania (57 milioni), il Regno Unito (53 milioni) e il Portogallo (21 milioni).
Retorica di Sinistra
Ho sempre trovato vacuamente retorico l’inno di Mameli, non per il buon Mameli, che era anche tanto giovane e quindi giustificabile, ma perché qualunque inno è necessariamente retorico. Ora che lo cantaBenigni non vedo perché dovrei cambiare idea. Se poi dovessimo cantarlo tutto intero, ci sarebbero anche strofe a dir poco imbarazzanti per chi crede nella democrazia. Che l’Italia sia unita nella crescita culturale e sociale di un Paese mi va bene, che l’Italia sia unita nella retorica del volemosebene o dell’orgoglio dei soldati no.
I manifestanti sono ratti pagati dai servizi segreti stranieri
da Infoaut
“I manifestanti sono ratti pagati dai servizi segreti stranieri” così Muammar Gheddafi nel video alla nazione definisce gli insorti. Il video è un concentrato di retorica politica, che se non fosse per le migliaia di vittime che gli fanno da corollario sembrerebbe quasi una farsa.
Comunque un dato è certo il passo verso laguerra civile è vicinissimo. “Non me ne andrò, rimarrò fino alla morte” e ancora “io sono il leader di una rivoluzione, non sono un presidente. Non ho un mandato da cui dimettermi”. Il tentativo del rais libico nel suo discorso è duplice: da un lato invocare la guerra e la repressione e quindi mettere paura ai suoi nemici, dichiarando per esempio che i migliaia di morti non rientrano nei suoi canoni di uso della forza “noi non abbiamo ancora utilizzato la forza, se ci troveremo costretti lo faremo”; dall’altro dare morale ai suoi. Incitarli in una nuova missione che trova le fondamenta nella “rivoluzione” del 1969 e nella necessità di difenderla dalle “bande di giovani drogati e ubriachi” pagati dalle potenze straniere. E inoltre di difenderla dagli integralisti islamici che vorrebbero trasformare la Libia in “una base di Al-Qaeda […] Volete questo? Che gli Stati Uniti occupino la Libia come hanno fatto con Afghanistan, Iraq e Somalia per sradicare l’estremismo islamico?”
GIOVANNI GERBI, PARTIGIANO DI SANTA LIBERA A TORINO…
Torino,25 aprile 2008.Intervento di Giovanni Gerbi,partigiano della IX brigata Garibaldi
info dal Chiapas
Abbandonati dai media ufficiali e non solo, un breve video informativo
sulla repressione a Bachajoin, in Chiapas.
Breve video co-realizzato con il Grupo de Trabajo “No Estamos Todxs”
sulla situazione a San Sebastian Bachajon,
registrato l’11 febbraio, dopo l’arresto di 117 compagni, 10 dei
quali ancora in carcere.
http://www.archive.org/details/InformeBachajon
durata: 6’40”
lingua: spagnolo
¡LIBERTAD PARA LOS PRESXS POLITICXS!
¡VIVA LA OTRA CAMPAÑA!