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Pisa: Una notte di ordinaria follia, ragazzo malmenato e arrestato davanti alla Normale

da Osservatoriorepressione.org Una sera come tante, piazza Cavalieri gremita di gente, e poco più in là il sontuoso palazzo della Normale. Ecco, il delirio che si svilupperà di lì a poco coinvolge più questo secondo luogo che non il primo, sempre sulla bocca di tutti negli ultimi tempi per la cosiddetta “movida”. Succede che c’è una festa in Normale, privata, nel senso per gli studenti della Normale e pochi altri, insomma una festa esclusiva che si svolge nel cortile interno della scuola d’eccellenza. L’entrate è su via Consoli del Mare, tre vigilanti tengono d’occhio gli ingressi, altri stanno poco più indietro. Arriva un gruppo di ragazzi, chiede di entrare, ma niente, il numero cresce, ma i vigilantes rispondo a brutto muso: niente, non si entra. Ne nasce un diverbio, che finisce di lì a poco, quando i vigilantes chiudono il portone per impedire a chiunque di entrare. Ma non basta, i vigilante chiamano i carabinieri, che arrivano con una volante, insieme a due della polizia. All’arrivo dei tutori dell’ordine qualcuno va verso piazza Cavalieri per continuare la sua serata, altri spiegano ai poliziotti il perchè sono lì, ovvero c’è una festa a cui non fanno entrare. Nel frattempo qualcuno esce dalla festa con l’intento di risolvere il problema e porge dei “pass” per entrare. A quel punto tutti ci riprovano, si ritenta ad entrare, dal portone che finalmente si è riaperto. Niente, i vigilantes incominciano a parlare di una lista, a cui se non sei iscritto non passi, e ovviamente ripartono le polemiche. Intanto uno dei carabinieri incomincia a chiedere i documenti, con tono minaccioso e con dei modi che incominciano a far alzare la tensione. Appena dopo aver preso gli estremi di un ragazzo passato di lì per caso, esce Dario, uno studente della Normale che era dentro alla festa. Dario è preoccupato ed esce per capire che sta succedendo fuori dalla scuola di eccellenza per cui sta svolgendo un dottorato. Esce anche perchè fuori, molte delle persone le conosce, e vuole evitare il peggio. Appena esce viene bloccato dal carabiniere di cui sopra, che ribattezziamo “testa quadrata”. Testa quadrata prende Dario con un po’ troppo vigore e tutti si girano per capire che sta succedendo. Dario chiede spiegazioni, ma testa quadrata non ne vuol sapere di darne, chiede i documenti con fare minaccioso. Dario dunque gli spiega chi è, ma prima dei documenti vuole sapere perchè sono lì e cosa sta succedendo. Quello che succede dopo ha dell’incredibile. Testa quadrata incomincia a strattonare Dario, sembra volerlo caricare in macchia per portarselo via. Sale lo sdegno e tutti si mettono a cercare di impedire che Dario venga preso. Testa quadrata infila al volo le manette a Dario, e continua a tirarlo per un braccio, prima, perfino per i capelli dopo. Dall’altra parte i ragazzi tentano di non permettere che Dario finisca in caserma, ma dopo aver tirato un po’ di botte in aria, tra cui una serie proprio a Dario, testa quadrata insieme ai colleghi riesce a infilare il ragazzo in macchina. Dario sale in macchina dopo 15 minuti di parapiglia, in cui si è preso anche un paio di cazzotti dal carabiniere. Dario sale in macchina che sanguina e il carabiniere che sale alla guida, nonostante due ragazzi si siano messi di fronte alla macchina, preme il piede sull’accelleratore e parte, scaraventando via i contestatori. Quello che succede dopo è semplice. Un centinaio di persone si muove in direzione della caserma dei carabinieri, per andare a chiedere spiegazioni, per riavere indietro Dario. Urla e cori, caserma blindata, Dario è dentro. “Dario libero” gridato fino alle quattro del mattino, quando finalmente riesce ad entrare in caserma il suo avvocato. Nel frattempo arriva pure l’ambulanza, chiamata dalla gente fuori, che non viene fatta entrare. Ritornerà e finalmente potrà entrare alle cinque e mezzo del mattino. Verso le cinque i giovani sono ancora tutti lì, quando l’avvocato esce e dice che non c’è nulla da fare, fino a lunedì Dario rimane dentro. Al momento sappiamo che Dario non ha fatto niente, ma dovrà rimanere dentro fino a lunedì, quando un magistrato deciderà il da farsi. Sappiamo che Dario è stato prelevato intorno alle tre del mattino, ma fino alle sei non è stato possibile farlo visitare dai medici del pronto soccorso. Sappiamo che gli è stato riscontrato un trauma cranico, un trauma contusivo escoriativo ai polsi e una ferita sotto il mento. Sappiamo che è sotto shock, e lo siamo anche noi, perchè il motivo di tutto questo è incomprensibile. Si respira una brutta aria sotto la torre. Alle due alcuni degli amici di Dario, insieme ai presenti di questa notte, hanno convocato una conferenza stampa di fronte alla caserma dei carabinieri. Aut*Aut Pisa video qui….

Una norma anti comitati nella manovra economica

da Carta.org Non c’è solo la norma «salva-Fininvest» tra le pieghe della bozza di decreto-legge contenente la manovra finanziaria – attualmente all’esame del capo dello Stato -, ma un’altra amara sorpresa, scovata dagli attivisti veronesi del locale comitato contro il traforo.

L’art. 37, comma 6, lettera s prevede l’aumento da 2.000 a 4.000 euro del contributo da pagare per chiunque – impresa esclusa dalla procedura, privato cittadino, comitato – voglia ricorrere al Tar contro provvedimenti adottati nell’ambito di «procedure di affidamento di pubblici lavori, servizi e forniture». Si tratta di un tentativo ad hoc per dissuadere le contestazioni infatti per le altre materie questo contributo ammonta a 500 [o eccezionalmente a 1.000] euro. read more

Il Racconto del Babau non funziona più!

da infoaut

Quanto sta avvenendo nelle ultime ore crediamo sia indizio di una trasformazione epocale dentro la composizione politica media di chi frequenta e vive i movimenti sociali. Per la seconda volta (la prima era stata il post 14 dicembre e la sollevazione web contro Saviano) il racconto di autorevoli soggetti del media mainstream di sinistra vengono decostruiti pezzo per pezzo dalla viralità della comunicazione online e dal basso.

Il racconto dei fantomatici “black bloc” si sta sgretolando sotto la presa di parola multipla ed eterogenea di quanti – telefonino, web,e macchinette digitali alla mano – hanno costruito una contro-narrazione sui fatti di domenica 3 luglio a Chiomonte. E’ un passaggio fondamentale che ci testimonia di una maturazione politica importante dentro larghi strati di popolazione italiana. Non è un fatto da poco! La metafora della crescita è quanto mai appropriata. Come il bambino che crsce dismette le  paure di mostri fantasmatici, così la presa di coscienza politica di uno scontro in atto (e delle conseguenti forme che esso può assumere) obbliga i molti ad una maggiore e disincantata lucidità, rigettando le semplificazioni macchiettistiche di chi ha tutto l’interesse a mantenere lo status quo. read more

Noi in questa Valle ci abitiamo voi ci venite da occupanti…a sarà dura!

da Notav.info Comitato no tav spinta dal bass – spazio sociale libertario takuma Ancora una volta l’accoppiata politici/media si e distinta nella capacità  non solo di falsificare, ma anche di inventare ciò che vero non è. Intanto parliamo di cifre: il corteo grosso di Exilles parte almeno con 30-40 mila persone a cui si aggiungono 10 mila partiti da Chiomonte. Da Giaglione altre 10 mila persone e migliaia anche alla Ramts. Parlare di 7 mila persone come fa la questura e ripetono i tg è falsificare le notizie.

Gli scontri e i black-block

Da fuori valle sono arrivati qualche decina di pulmann, dall’estero qualche macchina di francesi della Savoia anch’essi no tav e appartenenti per lo più a gruppi autonomisti. Tedeschi, inglesi e spagnoli devono averli visti i poliziotti magari dall’elicottero!

La verità  e che le migliaia di valsusini che hanno assediato il cantiere dal lato boschivo di Giaglione e Ramats erano muniti di caschi e mascherine antigas. Niente da stupirsi: dopo il violento sgombero di lunedì scorso da parte delle forze dell’ordine si è deciso di evitare di rimanere intossicati e di proteggersi. Come avevamo annunciato, volevamo assediare il cantiere arrivando alle reti, facendo pressione e dimostrando l’insicurezza della fortezza che hanno installato. Ma appena arrivati a contatto con le recinzioni il lancio di lacrimogeni ad altezza uomo (decine e decine i feriti colpiti da lacrimogeni, alcuni anche gravi con organi interni lesionati e ferite profonde in braccia, gambe e testa) ha creato una situazione di totale confusione e ognuno a cercato di difendersi come poteva. Il lancio di gas è avvenuto ininterrottamente da circa mezzogiorno fino alle 18, e ne i momenti in cui gli agenti aspettavano nuovi rifornimenti di lacrimogeni, venivano scagliate sui manifestanti grosse pietre dall’alto che hanno provocato anch’esse alcuni feriti. Dalla Maddalena a un certo punto sono iniziati a partire anche proiettili di gomma, fino ad arrivare a caricare i manifestanti con una ruspa. Questi sono i fatti da chi ha vissuto il tutto dal di dentro, da chi ha visto a fianco a se gli amici di sempre vomitare l’anima per l’intossicazione o arrivare feriti al presidio per i candelotti ricevuti nelle gambe o nell’addome. Sì, gli amici di sempre che da più di venti anni lottano contro questo sciagurato progetto o i giovani di vent’anni che hanno sentito i racconti di Venaus dai genitori e che oggi sono anch’essi nei boschi e sulle montagne a difendere la loro Valle e il loro futuro Parlare di antagonisti, centri sociali o quant’altro come nodo centrale per spiegare gli scontri di oggi e non capire voler nascondere che in questa Valle il livello di sopportazione verso i sopprusi di questo potere sordo a delle giuste e sacrosante richieste ha oltrepassato il limite. Chiudiamo dicendo che l’obietto prefissato della giornata è stato ampiamente raggiunto: la manifestazione di Giaglione ha raggiunto il nostro presidio in muratura e quello che dovrebbe essere il futuro cantiere è stato occupato per l’intera giornata dai manifestanti obbligando le forze dell’ordine a rinchiudersi dietro una fortezza che dimostra politicamente e praticamente come l’opera non potrà  mai essere fatta in queste condizioni. E come avevamo annunciato questo è solo l’inizio di un lungo assedio che durerà  fino a che i cantieri non saranno smobilitati.

_il video della conferenza stampa…

notav: il giorno che l’Italia venne giù

da Notav.info

Se lo dicono Pierferdinando Casini e Pierluigi Bersani e se ha l’avvallo di un ex comunista che ebbe i permessi Cia per andarsene negli States in anni impossibili, allora è vero. E’ tutto vero: è gravissimo quanto è accaduto oggi in Val di Susa. Deve essere vero, perché lo dicono a destra e sinistra non si sa più di che cosa. Deve essere vero se lo afferma “la Repubblica” insieme al “Corriere della Sera”. E, di fatto, è vero. Però non è vero al modo in cui lo intendono questi spettri che deambulano nella storia universale delle meschinerie. Se 70mila persone si mobilitano e vanno a formare una massa che confligge con apparati polizieschi di Stato, significa che è stato abbattuto un filtro decisivo e che si va a compiere quanto è iniziato a slittare dalla tragedia del G8 di Genova: l’Italia è uscita definitivamente da ciò che cominciò nei primi Ottanta. Cambia tutto. Oggi abbiamo assistito a una guerra e siamo attualmente sommersi da un rovinoso tentativo di mistificazione e di disinformazione. Secondo le autorità – non si sa oramai nemmeno loro autorità di cosa e rispetto a chi – i manifestanti erano 6-7mila. Erano invece circa 70mila. Ciò è comprovabile. La giornata è controllabile da qualunque prospettiva, da ovunque, è già compattata in migliaia di archivi digitali, resi disponibili e reperibili on line. Spezzettata e frammentata in un organismo vivente di immagini, suoni, voci. Twitter soprattutto e Facebook in parte hanno canalizzato un’informazione capillare e incontrovertibile da parte di qualunque tentativo di falsificazione. Basta informarsi qui, qui, qui, qui e qui e qui e si potrebbe andare avanti all’indefinito. Eppure il Presidente della Repubblica, questo sir bisnonno d’Italia che tiene tantissimo al 150° compleanno non si sa di chi o di cosa e se proprio o altrui, questo finissimo conoscitore dell’inglese e delle intelligence di mezzo mondo, questo portavoce delle più raffinate ordinanze antisociali e mercantiliste dell’Europa che sarebbe unita non si sa in nome di cosa o di chi – costui ha dunque preso la parola e condannato informando tutti i cittadini della verità che è smentita praticamente da tutta la Rete italiana: “Quel che è accaduto in Val di Susa – sostiene l’anziano migliorista -, per responsabilità di gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva, sollecita tutte le isituzioni e le componenti politiche democratiche a ribadire la più netta condanna, e le forze dello Stato a vigilare e intervenire ancora con la massima fermezza. Non si può tollerare che a legittime manifestazioni di dissenso cui partecipino pacificamente cittadini e famiglie si sovrappongano, provenienti dal di fuori, squadre militarizzate per condurre inaudite azioni aggressive contro i reparti di polizia chiamati a far rispettare la legge”. Parole del Capo dello Stato di Cose. Ecco, non c’è più lo Stato di Cose. Il Presidente è fuori dalla Storia come tutti i Presidenti, così come anche tutti i sodali di un Parlamento che appare oggi, e drammaticamente, distantissimo dal sentire comune. E’ significativo che si manifesti come dominatrice neomediatica l’intollerabile verve populista di Beppe Grillo, con il suo giustizialismo antropologicamente autoritario, col suo antipoliziottismo poliziesco, con la sua ribadita assenza di spiegazioni circa la questione dei suoi sostenitori bancarii. E’ significativo perché c’è il Comico contro il Re, a vederla da fuori. Il frame da indurre nelle menti beote sarebbe: le parole di Beppe Grillo vs le parole della Politica e dello Stato di Cose. Frame errato, ovviamente. Poiché oggi sono in convergenza molteplici frame in Val di Susa, luogo che rischia davvero di diventare, magari anche soltanto emblematicamente, il Vietnam di questa classe dirigente. Senza neppure desiderare di entrare nella questione di merito circa il progetto TAV, è evidente che siamo di fronte al crollo del paradigma fintopacifista ed ex borghese, alla saldatura trasversale di classi anagrafiche che fa crollare il tentativo statuale di imporre al Paese come modello unico la lotta tra generazioni, all’ipocrisia di un’Europa che dovrebbe essere unita soltanto nelle lordure e non nelle proteste (non si capisce perché dovrebbero protestare soltanto gli italiani e non contestatori francesi o inglesi o tedeschi, visto che peraltro si dice di volere il cantiere TAV per rimanere agganciati all’Europa…). Migliaia, decine di migliaia di persone che vanno tra alberi e coste a bosco, vecchi bambini donne giovani maschi e sindaci e parenti e serpenti e chiunque abbia desiderato manifestare – che popolo è? Sono gli inquietanti black-block? Sono gli scalmanati sbarazzini di un tempo? Sono i violenti mestatori che fecero e fanno e faranno scendere la notte sulla Repubblica? E che dire del bouncing che l’informazione degli old media ha subìto e sta tuttora sperimentando di fronte agli scotimenti della testa di mezzo mondo, che risponde su Twitter al monologo sempreguale del potere italiano e delle sue leggi d’emergenza eternamente in vigore? Non si parla qui soltanto dei telegiornali berlsuconiani, e cioè tutti tranne il tg3, che sarà sicuramente un telegiornale napolitano. A vedersi escluso dalla storia è il generale atteggiamento di un’intera classe, politica e giornalistica e opinionistica e preoccupata e meditabonda. Non vale affatto il rovesciamento pasoliniano tra borghesi rivoluzionari e poliziotti proletari. I proletari che furono tali, in Italia, secondo l’Istat, sono oggi ben felici del padronato. Però qualcosa sfugge allo schema. Qui e ora si è al di là dell’operaiato fordista e postfordista e di tutte le categorie che hanno retto trent’anni di vicariato della politica in Italia. Senza aderire minimamente alle analisi da Toni Negri dei poveri spiriti, la manifestazione diffusa della violenza e della mobilitazione in un contesto non urbano, anzi naturale, ma con la visuale perenne della connessione, lascia intendere fino a quale profondità sia giunta la frattura tra lo Stato di Cose e le persone che costituirebbero il popolo che si riunirebbe teoricamente nello Stato stesso. Il quale Stato si fotte bellamente dello stato di cose non napolitano, ma napoletano. Il quale Stato effettua una manovra economica doppia rispetto alla greca, però tra un anno, a ribadire l’urgenza che c’è di vararla e che impoverirà ingiustamente, in nome della finanziarizzazione dell’esistenza, milioni di italiani. Il crollo delle maschere e la diffusione transnazionale delle notizie stanno testimoniando che si compie una facile profezia in Italia, al di là di ingiustificati entusiasmi primaverili: la gente si è rotta i coglioni e, se si rompe i coglioni, non è che si confronta con il televisore – va direttamente dall’unico possibile rappresentante che lo Stato di Cose può schierare di fronte ai cittadini oggi, cioè il Poliziotto. Questo atto è testimoniato. Inizia di un totale inizio una lunghissima battaglia, che è in realtà una guerra, anzi: più guerre. Si incendiano zone sovrapposte del vivere civile: le lotte per l’ambiente, per la dignità della vita, per i diritti inalienabili di un’etica universale, per l’uguaglianza, per l’abbattimento dei filtri all’informazione diffusa. Ogni inizio segna una fine. Oggi terminano in Italia gli anni Ottanta e Novanta e Zero Zero – compiendo quella trasformazione che ha in piazza Alimonda a Genova il cominciamento autentico e sanguinario di questo inizio. read more

DOMENICA 3 LUGLIO TUTTI A CHIOMONTE MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO TAV

l’assemblea tenutasi a Bussoleno è appena terminata. notizie appena giunte parlano di varie mobilitazioni a Torino MA QUELLA che chiama l’ITALIA intera a schiena dritta a partecipare si terrà DOMENICA 3 LUGLIO A CHIOMONTE,appena ci saranno comunicati ufficiali verranno postati sulla pagina dell’evento.

CHI NON PUO’ VENIRE NON PERDA NEANCHE TEMPO A SCRIVERLO MA AIUTI I RESISTENTI DIFFONDENDO L’EVENTO (http://www.facebook.com/event.php?eid=247534591926970)… read more

Proposte per l’estate…

8° festa palestinese-1/2/3 luglio-Bovezzo-Parco Urbano

Vi invitiamo a partecipare all’ottava edizione della nostra festa dedicata quest’anno a Vittorio Arrigoni e Giuliano Mer-Khamis che hanno dedicato la loro vita alla causa del popolo palestinese.

In seguito vi sarà comunicato il programma dettagliato delle tre serate.

Chi è disponibile ad aiutarci, anche per qualche ora, è pregato di rispondere a questa mail specificando giorno,tempo e settore che preferisce in modo da organizzare al meglio le ns attività.
Naturalmente tenendo presente che l’aiuto richiesto è anche per un paio giorni prima ed un giorno dopo.

Vi aspettiamo in tanti e  vi ringraziamo per sia il vostro contributo sia per la divulgazione della ns iniziativa.

Alfredo x Associazione di Amicizia Italia-Palestina, circolo di Brescia

SERIO ROCK FESTIVAL volume 10 read more

Pontida Comics

da Donzauker.it

PontidaComics 430x303 Pontida Comics

Ritorna anche quest’anno il più grande appuntamento per gli appassionati di fantasy, giochi di ruolo, combattimenti tra elfi oscuri e commercialisti in nero, evasione fiscale, luoghi comuni e razzismo.

Sì, stiamo parlando dell’ormai consueto Festival di Pontida Comics, dove orde di orchi, elfi, nani e concessionari Dacia si raduneranno per avere per una volta l’impressione di vivere nel loro mondo immaginario, degno del miglior Tolkien.

La loro Terra di Mezzo si chiama Padania, e al pari di quella creata dall’estro dello scrittore inglese, è una regione geografica completamente inventata con un cocktail di riti, tradizioni e popolazioni anch’esse partorite dal magico mondo della fantasia e dell’opportunismo. read more

Il movimento non si arresta! Liberi Tutti!

da osservatoriorepressione.org Per chi ancora pensava che si potesse esprimere liberamente il proprio dissenso, oggi è stata scritta una nuova pagina nera che racconta di repressione delle lotte e del tentativo di intimidire chiunque cerchi di trasformare l’attuale stato di cose. La mattina è iniziata con la polizia che provvedeva a notificare ed eseguire nuove misure cautelari contro compagni che da sempre si sono attivati e sono scesi in piazza per lottare e far sentire la propria voce. Ai compagni denunciati tra Firenze e Milano sono stati imputati i loro sforzi quotidiani contro lo smantellamento e la privatizzazione dell’istruzione pubblica, per una vita dignitosa, per il diritto allo studio, alla casa, al lavoro, contro le leggi fasciste che colpiscono lavoratori ed immigrati, contro tutti gli attacchi che i padroni cercano di sferrare ai più deboli. Queste battaglie sono passate anche per il corteo del 21 maggio in solidarietà alle 22 persone colpite dalla repressione dello Stato con misure cautelari. Come per la mobilitazione dello scorso autunno questo corteo ha visto in piazza a Firenze tantissimi tra studenti, lavoratori e disoccupati. Sei sono gli arresti domiciliari, nove i nuovi obblighi di firma e un arresto. Sono 16 le nuove misure cautelari, 35 le persone colpite da carcere, domiciliari ed obbligo di firma da maggio ad oggi, per un totale di più di 100 indagati. Sembra un vero e proprio monito per tutti quelli che continuano a lottare nelle proprie scuole, università, sui luoghi di lavoro e nei quartieri; un nuovo tentativo di isolare qualcuno e mettere a tacere gli altri. Non ci lasceremo intimidire dall’ennesimo attacco repressivo. Solidarietà a tutti i compagni! Red-Net Rete delle Realtà Studentesche Autorganizzate Assemblea Studenti Scienze Politiche (Milano) – Collettivo 20 luglio (Palermo) – Collettivo Autorganizzato Universitario (Napoli) – Collettivo Lavori in Corso (Roma) – Collettivo Politico Scienze Politiche (Firenze) – Collettivo Studenti Comunisti (Bologna) – Laboratorio Politico Resistenza Universitaria (Roma) di seguito un primo comunicato delle realtà fiorentine NUOVI ARRESTI A FIRENZE. NON SI FERMA L’ATTACCO REPRESSIVO CONTRO L’OPPOSIZIONE POLITICA E SOCIALE Nuovi arresti e misure cautelari: presidio ore 18 alla prefettura Non si ferma l’ondata repressiva nei confronti delle realtà politiche e sociali fiorentine. Questa mattina, esaurita la cosiddetta “operazione “400colpi”, la Digos ha proceduto all’arresto di 7 compagni/e e l’obbligo di firma per altri 9. Di questi uno è stato rinchiuso nel carcere di San Vittore, e gli altri 6 agli arresti domiciliari. Le motivazioni sono riconducibili ai comportamenti tenuti durante le manifestazioni in risposta agli arresti del 4 maggio. Non vogliamo stare qui a disquisire sulla entità dei fatti per i quali sono state emesse le custodie cautelari, o se siano o meno troppo pesanti, ma ci interessa rilevare il quadro repressivo che da troppo tempo impunemente si dispiega su tutte le componenti sociali e politiche nella nostra città. Il clima è cambiato e non ci vuole molto a capirlo, ma nemmeno può essere una facile semplificazione o una sua inconscia accettazione. Hanno iniziato con gli avvisi orali per gli studenti, hanno proseguito con 6 mesi di arresto per un semplice petardo, con gli arresti della famosa operazione 400 colpi, con gli obblighi di firma, con la presunta associazione a delinquere per giustificare le misure cautelari, per arrivare poi agli arresti di oggi. 35 compagni/e tra studenti, militanti di centri sociali sono attualmente sotto misure restrittive, ovvero resi inoffensivi, privati della libertà individuale, ma allo stesso tempo privati della loro possibilità di essere in prima persona dentro le lotte di cui sono parte, e continuano ad esserlo al nostro fianco. Firenze città aperta! Questo era lo slogan con cui veniva elogiata la Firenze del social forum. Se non pensavamo che lo fosse allora, è ben chiaro a tutti che ancor meno possa descrivere quella attuale. Firenze città della repressione, degli spazi chiusi, delle piazze blindate, degli sgomberi dei richiedenti asilo, delle operazioni mediatiche ben funzionali alle strategie repressive verso le legittime richieste degli studenti. La città dove anche l’Ataf partecipa attivamente alla repressione con le denunce verso i manifestanti per interruzione di pubblico servizio. Un clima in cui sarebbe un errore non sentirsi direttamente coinvolti per chiunque pensi che sia necessario non sottacere davanti alle ingiustizie, non fermarsi davanti ai divieti o alle nuove disposizioni restrittive quando le ragioni di chi lotta sono quelle della “giustizia”, quella vera. La giustizia che non nasce dai tribunali, dalle divisioni investigative, ma quella che da sempre anima le istanze di chi lotta in una fabbrica come in una scuola, nelle carceri e in quartiere. SOLIDARIETA’ A TUTTI/E COLPITI DALLA REPRESSIONE Centro Popolare Autogestito Firenze Sud – Cantiere Sociale K100 – Collettivo Politico Scienze Politiche – Collettivo di Lettere e Filosofia comunicato della rete dei collettivi fiorentini Sui fatti del 13 Giugno Già la retata del 4 maggio scorso aveva suscitato grande scalpore a livello cittadino e nazionale, con 5 arresti domicilari e 17 obblighi di firma: un tentativo evidente di frammentare il movimento, unito alla criminalizzazione mediatica di pratiche portate quotidianamente avanti dalle migliaia di persone scese in piazza durante le mobilitazioni di quest’anno. A distanza di poco più di un mese la scena si ripete: stamani, 13 giugno, alle 6:30, 16 persone sono state svegliate da agenti della Digos nelle loro case. 6 di questi ragazzi sono ora agli arresti domicilari, con misure ancor più pesanti rispetto a quelle di maggio: non possono comunicare con nessuno, a meno che non viva nella loro stessa casa. A 9 è stato invece notificato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, cioè l’obbligo di andare a firmare nel commissariato di turno svariate volte a settimana; come se non bastasse un compagno di Milano è stato rinchiuso in carcere, a San Vittore, dopo aver partecipato alla manifestazione in solidarietà agli arrestati di maggio. In totale gli indagati e i denunciati, tra studenti universitari, medi e compagni/e di realtà cittadine sono più di 90. Quello di stamani si è configurato come l’ennesimo attacco alla libertà personale di ognuno a manifestare le proprie idee. Quest’anno Firenze è scesa in piazza per una scuola pubblica e accessibile a tutti, per città dove sia possibile porsi contro porvvedimenti del governo di turno senza essere manganellati, per un paese dove non esistano “lager democratici” dove persone vengono rinchiuse e umiliate, perché la memoria degli anni del fascismo non lasci spazio alle nuove destre: Firenze è scesa in piazza per un mondo migliore. Riteniamo sia importante continuare a portare questi temi nelle piazze, manifestare contro ciò che di questo mondo ci digusta e per ciò che in questo mondo vorremmo creare. Durante quest’anno, come negli scorsi, nelle strade di Firenze non eravamo in 90. Eravamo migliaia. Facciamo appello proprio a queste migliaia di persone che con noi hanno condiviso momenti di lotta e di aggregazione, perché in questo momento tornino a manifestare le proprie idee nelle piazze e nelle strade, e perché portino la loro solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti da questi provvedimenti. Un abbraccio ai compagni e le compagne arrestati, amici, fratelli, che proprio in questo momento non devono mollare. Rete dei Collettivi Fiorentini http://www.red-net.it/index.php?option=com_content&view=article&id=510:il-movimento-non-si-arresta-liber-tutt&catid=34:comunicati&Itemid=95