19 ott 2013 – 22:00
Centro Sociale 28 Maggio – Via Europa, 59 – Rovato _Bs
Sabato 19 ottobre 2013 alle 22.00, Centro Sociale 28 Maggio – Via Europa, 59 – Rovato – Bs
Sabato 19 ottobre
@ centro sociale 28 maggio, via Europa 59 – Rovato (Bs)
concerto benefit a supporto del Kampala Boxing Club
a partire dalle 22.00 (reali!):
DCP – Brescia ten years of something about hardcore
https://www.facebook.com/
GAVROCHE – Santena meets Los Angeles streetpunk
https://myspace.com/
TO JE ŽIVOT – Crema hatecore from hell
DISORDINE – Bergamo leftovered punk hardcore
https://www.facebook.com/
Un paio di link per contattare il centro sociale 28 maggio:
https://www.facebook.com/
http://28maggio.org/
Qui invece la mappa dettagliata e le indicazioni per raggiungerlo:
http://28maggio.org/
Ingresso a sottoscrizione, il ricavato andrà interamente a supportare il Kampala Boxing Club. Ecco di cosa si tratta:
Kampala Boxing Club: polvere e sudore
Kampala – Uganda
Non più di cento metri quadrati di superficie, un seminterrato nascosto sotto le gradinate del vecchio Nakivubu Stadium, lungo l’affollatissima Kafumbe Mukasa Road, pareti scrostate e ricoperte di muffa, luci al neon che penzolano senza vita da un soffitto pregno di umidità e sudore: così si presenta il Kampala Boxing Club, la più vecchia e prestigiosa palestra di pugilato dell’Uganda, attiva sin dal 1951 nella capitale, Kampala.
Qui si allenano i migliori pugili dell’Uganda. Da questo scantinato, avvolto nella penombra, hanno spiccato il volo atleti di livello internazionale del calibro di Kassim Ouma e John “The beast” Mugabi, due ex campioni mondiali dei pesi medi e Mustapha Wasaja, medaglia d’oro olimpica nel 1974.
Sono circa 200 i pugili, di tutte le età e categorie, che, ogni giorno, divisi in tre turni, infilano i loro sgualciti e consunti guantoni per afferrare il sogno di diventare pugili professionisti e poter così uscire da vincitori dal loro match più difficile: costruirsi una vita degna di tale nome in un paese come l’Uganda.
Padri di famiglia e ragazzini; studenti universitari e ragazzi che invece i loro studi non li hanno mai potuti terminare perché i loro genitori non potevano permetterselo e che ora vivono di lavori saltuari, alla giornata, sottopagati; impiegati di banca e venditori ambulanti; Baganda e Acholi; pro Museveni e contro Museveni; cristiani e musulmani; non importa: una volta varcata la soglia del Kampala Boxing Club, tutti sono uguali, non vi è più alcuna differenza, tutti rincorrono lo stesso sogno. Sotto gli sguardi attenti dei due coaches, Edwin Mosley e Mohamed (Medi) Hassan, questi boxeurs si allenano duramente, giorno dopo giorno, per arrivare preparati a quel fatidico incontro che potrebbe cambiare la loro vita. Per far questo, non hanno però bisogno di macchinari e tecnologie all’avanguardia, di programmi di allenamento studiati al computer, di personal trainer, di un lucido parquet su cui posare le scarpette in tinta con la maglietta e i calzoncini. Bastano loro dei vecchi sacchi riempiti di stracci e dei copertoni d’auto contro cui sferrare i propri colpi, contro cui indirizzare la propria passione, sfogare la propria rabbia e dimenticare così per un paio d’ore la quotidianità, ciò che li aspetta fuori da questo mondo eretto attorno a un ring fatto di bancali di legno. La loro voglia di emergere è più forte di tutto.
Poi, tolti i guantoni, per questi ragazzi è nuovamente tempo di tornare alla realtà, nella giungla di Kampala.
Il sogno ricomincerà domani…aiutiamoli a continuare a sognare!
Queste righe sono state scritte da Damiano: è grazie a lui, ai suoi racconti, alla sua macchina fotografica se il 19 ci troveremo tutte e tutti attorno al fuoco.
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