Stiamo vivendo il trionfo del razzismo e della xenofobia, non solo in Italia, ma anche in Polonia, Ungheria, Croazia e Austria
Sono riusciti a farci credere che la povertà e la diversità sono i nostri veri nemici dai quali dobbiamo difenderci, ci stanno facendo credere che salvare vite umane sia un reato e che questo reato verrà perseguito.
Il portavoce del nostro governo, il ministro degli Interni Salvini, urla: “Basta ONG nel Mediterraneo per salvare i naufraghi”, nessuno scafista deve attraccare nei porti italiani”. E si prefigge di espellere dall’Italia 500.000 immigrati irregolari
Il nostro Paese non è più centro responsabile di soccorsi e salvataggio nel Mediterraneo, la nuova circolare trasmessa sul canale della Capitanerie di porto parla chiaro.
Il governo italiano ha dato disposizione alla Guardia Costiera di ignorare gli SOS provenienti dalle navi delle Ong nel Mediterraneo.
Salvini ribadisce la volontà di mantenere i porti chiusi alle navi umanitarie violando i trattati internazionali e andando contro ogni principio di umanità e solidarietà: ancora una volta la politica degli stati europei si pone al di sopra delle vite delle persone
In realtà l’accordo stipulato da Salvini con la Libia prosegue per filo e per segno quanto già avviato dai governi Renzi e Gentiloni, si torna dunque al piano Minniti: soldi alla Libia, piano di sviluppo per l’Africa, campi in Niger, Ciad e Mali, corridoi umanitari per chi ne ha diritto.
Muoiono cosi, donne, uomini e bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorso o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà.
Mentre l’attenzione mediatica è tutta focalizzata sul Mediterraneo, che è diventato simbolo di traversate pericolose su barconi strapieni e di migranti annegati, ci si dimentica di un luogo in cui si stima che più persone muoiano, il più delle volte senza lasciare traccia nel silenzio più assoluto: il deserto del Sahara. Da più di un anno l’Algeria ha abbandonato nel deserto del Sahara oltre 13.000 persone, tra cui donne incinte e bambini, intercettandole al confine ed espellendole, senza acqua né cibo, spesso sotto la minaccia di armi. È quanto ha riportato il quotidiano Al-Jazeera English, basandosi su un report dell’agenzia di stampa The Associated Press, pubblicato lunedì 25 giugno. Anche l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) tempo fa avevano informato su questa situazione. Il direttore dell’Africa occidentale e centrale, Richard Danziger, ad una conferenza a Ginevra mesi fa aveva detto: “Non abbiamo ancora una stima del numero di persone uccise nel deserto del Sahara affermando che dal 2014 potrebbero essere morti nel deserto, persi, assetati, esausti con una temperatura di oltre 40 gradi, da soli, con bambini, in piccoli gruppi, circa 30.000 esseri umani.
Ma la questione dell’immigrazione che è al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica nasconde la vera causa di questo fenomeno che è la strategia colonialista e imperialista di guerra di USA/NATO che ha provocato «l’arco di instabilità» con le due guerre contro l’Iraq e le altre guerre che hanno demolito la Jugoslavia, la Libia e la Siria. Mentre l’attenzione dell’opinione pubblica indirizzata dai mass media è concentrata sull’immigrazione, passa sotto silenzio la notizia che il 10 giugno la flotta Usa con a bordo oltre 8000 uomini, armata di 90 caccia e oltre 1000 missili, veniva schierata nel Mediterraneo orientale, pronta a colpire in Siria e Iraq.
La vera guerra che stanno preparando passa indisturbata tra le persone.
L’Istituto SIPRI di Stoccolma ha rivelato che nel 2017, a livello mondiale, abbiamo investito in armi ben 1.739 miliardi di dollari , pari a 4,5 miliardi al giorno. Il nostro paese, l’anno scorso ha speso in armi 26 miliardi di euro, pari a 70 milioni di euro al giorno. E nel 2017 l’Italia ha esportato armi pesanti per oltre 10 miliardi di euro.
Si alimentano così le guerre che, unite ai meccanismi neocoloniali di sfruttamento, provocano impoverimento e sradicamento di popolazioni. Aumentano di conseguenza i flussi migratori in condizioni drammatiche, che provocano vittime e nuove forme di schiavitù.
In Italia oltre 250mila italiani emigrano all’estero, quasi quanti nel dopoguerra a partire dalla crisi del 2008 e specialmente nell’ultimo triennio, le partenze hanno ripreso vigore e hanno raggiunto gli elevati livelli postbellici, quando erano poco meno di 300.000 l’anno gli italiani in uscita.
Il problema dei tanti italiani che abbandonano l’Italia è stato segnalato qualche giorno fa anche dall’Ocse. Nell’ultimo report sui migranti l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici ha fatto presente che l’Italia è tornata a essere ai primi posti mondiali come Paese d’origine degli immigrati. Secondo l’Ocse, la Penisola è ottava nella graduatoria mondiale dei Paesi di provenienza di nuovi immigrati. Al primo posto c’è la Cina, davanti a Siria, Romania, Polonia e India. L’Italia è subito dopo il Messico e davanti a Vietnam e Afghanistan, con un aumento degli emigrati dalla media di 87mila nel decennio 2005-14 a 154mila nel 2014 e a 171mila nel 2015, pari al 2,5% degli afflussi nell’Ocse. In 10 anni l’Italia è “salita” di 5 posti nel ranking di quanti lasciano il proprio Paese per cercare migliori fortune altrove.
Le statistiche dicono che non c’è alcuna emergenza numerica di arrivi di migranti, non c’è alcun aumento della criminalità, non c’è alcuna prova contro i soccorritori del Mediterraneo.
Ci sono invece i trattamenti disumani che avvengono in Libia e in altri paesi.
Avere stranieri integrati non solo è civilmente sacrosanto ma anche economicamente conveniente, non possiamo cadere nella trappola della paura alimentata ad arte della difesa dei nostri confini, dobbiamo contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura.
NON CI SONO CONFINI, NON CI SONO NAZIONI, SIAMO TUTTI CITTADINI DEL MONDO.
Le Compagne e i Compagni del CentroSociale28maggio