da Ilfattoquotidiano
Non servivano alcuni dei migliori cervelli d’Italia per varare una manovra come quella del governo Monti. Bastava un ragioniere. Ma l’Italia dei Valori è un partito concreto, non fa chiacchiere, né demagogia. Agisce e propone. Queste,
dunque, le nostre prime tre proposte per una manovra più equa e ispirata ai principi di solidarietà. Cominciamo da un primo pacchetto di proposte. Tre punti chiari e semplici, da applicare subito.
1. Dove togliere. Cancellare, subito, il previsto acquisto di 131 caccia bombardieri F35 che costeranno allo Stato 18 miliardi di euro. Cosa se ne dovrebbe fare il nostro Paese di 131 aerei da guerra, inutilizzabili nelle missioni di pace dove siamo ancora impegnati, in un momento in cui rischiamo il fallimento e tenuto conto che siamo l’ottava potenza militare al mondo? Cui prodest l’acquisto di questi 131 caccia bombardieri quando, secondo uno studio di Ania-consumatori in collaborazione con l’Università di Milano, le condizioni di vita dei bambini e dei minori sono notevolmente peggiorate e pagano il prezzo più alto della crisi?
Dove mettere. Con questi soldi, rendiamo più graduale l’innalzamento dell’età pensionistica prevista dal decreto, tutelando adeguatamente i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare a 15-16 anni e hanno diritto ad andare in pensione subito; chi è vicino ai 40 anni di contributi ed ha perso il lavoro a causa della crisi e non può vivere altri due o tre anni senza alcun reddito; tutti i lavori usuranti per i quali è impensabile allungare gli anni
dell’attività lavorativa. read more
da BresciaOggi
CHIARI. Un emblematico e toccante spaccato sulle nuove povertà: in pochi mesi la coppia ha perso praticamente tutto. La loro vecchia Mercedes è parcheggiata vicino a un parco: «Ringraziamo chi al mattino ci porta qualcosa di caldo» 06/12/2011 E-MAILPRINT A La coppia clarense e l’automobile diventata la loro casa Chiari. Un’ordinaria storia di neo-povertà che scuote le coscienze, e non solo solo perchè siamo sotto Natale. Quello che sta accadendo a una coppia di Chiari dovrebbe far riflettere istituzioni e comunità su quanto sia diventato sottile il confine fra una vita normale e un’esistenza di indigenza. E la vicenda di Michele e Vincenza appare ancora più emblematica e inquietante in queste ore in cui il Governo sta prendendo decisioni da più parti bollate – non senza fondamento – «macelleria sociale». Vincenza Pistillo di 55 anni e suo marito Michele Di Chio, di un anno più giovane, sono sposati da 26 anni. Dal 1992 si sono trasferiti da Andria a Chiari. Lui carpentiere, aveva trovato subito un lavoro sicuro e ben retribuito. Oggi quel lavoro non c’è più, e non c’è nemmeno una casa. La «sistemazione provvisoria» – se così si può definire – è l’automobile. «Dobbiamo ringraziare la signora che abita davanti al parcheggio se al mattino possiamo bere qualcosa di caldo – è l’amaro sfogo di Michele -. Anche molti immigrati rumeni, albanesi e marocchini ci hanno aiutato in questi mesi. Il Comune prima ci ha offerto una sistemazione provvisoria, poi ce l’ha negata perchè mia moglie è proprietaria di un quarto della casa dove abita sua madre, a Andria». LA COPPIA la scorsa estate è rimasta senza casa, per l’impossibilità di far fronte ad un affitto a un canone di 600 euro. Esauriti i risparmi, marito e moglie non hanno voluto mancare di parola al proprietario e, dopo aver pagato l’ultimo canone e le bollette, hanno lasciato l’abitazione. Hanno venduto pure la cucina, per assicurarsi un’entrata; poi hanno spostato la poca mobilia rimasta in un garage, messo a disposizione da un amico straniero. Da allora vivono in una vecchia Mercedes parcheggiata vicino a un parco di Chiari, spesso frequentato da tossicodipendenti e spacciatori. Michele e Vincenza hanno anche cercato lavoro, ma la crisi e l’età si sono rivelate ostacoli insormontabili; le uniche entrate su cui possono contare provengono da collaborazioni saltuarie, che bastano appena per pagarsi da mangiare. «Sono andato a cercare lavoro ovunque – racconta Michele Di Chio – ma non se ne trova, anche se sono disposto a qualsiasi tipo di offerta. Solo mia moglie, per poche ore la settimana, fa la collaboratrice domestica, ma questa per ora è la sola nostra entrata». E se dormire in auto d’estate non è un problema, in inverno la situazione è assai pesante. Un amico li ha quindi consigliati di rivolgersi ai servizi sociali, chiedendo anche una sola stanza per dormire. «L’assistente sociale – racconta Michele – ci ha proposto una sistemazione: per me c’era la possibilità di dormire in un alloggio assistito e per mia moglie in un centro per le donne vittime di violenza. Ma siamo insieme da 26 anni, e la proposta di separarci ci è sembrata inaccettabile. Ci è stato detto che quella era l’unica possibilità e allora, pensando al freddo delle notti d’inverno, abbiamo accettato. Ma quando ci siamo presentati ci hanno detto che quella sistemazione non c’era più, che non era più possibile… Alle nostre proteste hanno risposto che mia moglie è proprietaria del 25 per cento della casa dove vive sua madre, a Andria. Ma noi vogliamo restare qui, dove abbiamo vissuto per 19 anni. Qui a Chiari c’era la nostra casa, il nostro lavoro. Non riusciamo a capire perchè nessuno ci aiuti, almeno a trovare un lavoro». NO COMMENT da parte del dirigente responsabile dei servizi sociali di Chiari. «Non siamo autorizzati a parlare con i giornalisti – spiega -. Non si rilasciano commenti o dichiarazioni sulle persone per la privacy». Giancarlo Chiari read more
“ Il segreto è che siamo sognatori, siamo utopistici, ma non di quei sognatori che stanno sempre con il cuscino sotto la testa sulla veranda di casa, siamo sognatori con i piedi piantati per terra, siamo sognatori con gli occhi bene aperti, siamo sognatori che conoscono gli amici e conoscono i nemici”