da Radio Onda d’Urto
Ci sono voluti i carri armati dell’esercito per allontanare i manifestanti pro Mubarak dal gruppo dei contrari al regime in piazza Tahir dove negli assalti di ieri e questa notte ci sono stati almeno 13 morti e 800 feriti. Altri conteggi invece dicono che i morti sarebbero decine e i ferimenti più di 1.500. Sostenitori di Mubarak sono ancora oggi liberi di scorrazzare per il centro, dove controllano una parte di piazza Tahrir. Dai ponti e dai palazzi cecchini del regime sparerebbero sui manifestanti dell’opposizione, circa 15mila, anch’essi in piazza e nelle vie adiacenti. Barricate si segnalano, sempre a Il Cairo, in Liberation Square e nel centro di Alessandria. Il collegamento dal Cairo con Azzurra Meringoli, giornalista free lance.
Nel mirino dei pro-regime ci sono questo pomeriggio anche i giornalisti stranieri, contro i quali è partita una vera e propria caccia all’uomo. Secondo la tv panaraba Al Arabiya un reporter greco sarebbe stato pugnalato dai pro Mubarak ed è gravissimo. Altri due giornalisti turchi, invece, sono stati pestati. Centinaia di persone hanno preso d’assalto hotel de Il Cairo alla caccia di giornalisti, respinti a fatica da vigilantes privati e esercito. In carcere operatori dell’informazione di Al Jazeera, delle tv polacche, dell’americano Washington Post e pure i delegati di Amnesty International, Human Rights Watch e altre ong. Lorenzo Trombetta, corrispondente dall’agenzia Ansa dal Cairo, ci racconta della caccia agli stranieri e ai giornalisti, in atto nella capitale egiziana.
La lotta senza quartiere del regime di Mubarak contro i manifestanti in piazza non si svolge solamente nelle strade, ma anche sui display dei computer e dei telefonini. Oggi Vodafone Egypt, multinazionale delle telefonia mobile accusata negli scorsi giorni di aiutare l’apparato statale a oscurare le comunicazioni degli oppositori, ha accusato il regime di aver utilizzato la legge d’emergenza in vigore dal 1981 nel Paese per inviare tre sms a sostegno dell’esercito e del governo, oltre con l’indicazione del luogo di incontro di un corteo pro Mubarak.
Nel blackout della comunicazione sms in Egitto in vigore da venerdì scorso, su tutti i cellulari sono infatti comparsi tre messaggi. Nel primo si afferma che “le forze armate prendono cura della vostra sicurezza e non ricorreranno all’uso della forza contro questo grande popolo”. Il secondo è un appello ai “nobili cittadini” a proteggere il paese perchè “la patria rimarrà per sempre”. Il terzo, inviato con l’utente ‘egypt lovers’, informava che una “manifestazione era cominciata in una piazza del quartiere Mohandessin del Cairo, in sostegno del rais Hosni Mubarak”. Stesso trattamento avrebbero subito le altre due reti di telefonia mobile del paese, Mobinil e Etisalat.
Ore 13.30: Ancora un aggiornamento dall’Egitto con la giornalista del quotidiano “Terra” Annalena Di Giovanni.
Ore 12.00: aggiornamento dal Cairo con Azzurra Meringoli, giornalista freelance nella capitale egiziana.
E’ durata tutta la notte la situazione di confusione in piazza Tahrir al Cairo, con le provocazioni di forze di polizia e servizi segreti contro i manifestanti. Aperto il fuoco contro la piazza: fonti ufficiali del ministero della sanità indicano in 6 morti e 836 feriti il bilancio della nottata, ma altre fonti parlano di 10 morti e oltre un migliaio di feriti. Resta l’incognita dell’esercito che ieri non è intervenuto. La corrispondenza dal Cairo il giornalista Remigio Benni.
Un’ analisi sulla composizione e sul ruolo dell’esercito egiziano in particolare dei suoi rapporti con gli Stati Uniti: sentiamo Manlio Dinucci, analista geopolitico esperto di questioni militari.
Una riflessione sulla posizione degli Stati Uniti nella vicenda egiziana con Lucio Manisco, per lunghi anni corrispondente Rai dall’America del Nord.
Angoscia ed entusiasmo: questi i sentimenti della popolazione della striscia di Gaza, stretta tra le aspre contrapposizioni tra Hamas (al potere nelle striscia) e l’ Anp (al governo della Cisgiordania). Sentiamo da GazaCity Vittorio Arrigoni del Ism.