Oggi, lunedì 5 giugno 2017, abbiamo perso un caro amico, un grande Compagno Comunista: ATTILIO ZINELLI.
La perdita non è solamente di tutti noi compagne e compagni del Centro Sociale 28 maggio, la perdita è dell’intero movimento di lotta bresciano.
Attilio Zinelli non era solo un militante, era anche un intellettuale Comunista, orgoglioso e fiero della sua appartenenza, rigoroso, onesto, modesto, schivo, disinteressato alla personalizzazione.
Attilio Zinelli è il presidente dell’Associazione “28 maggio 1974 ore 10.12” che ha dato vita al Centro Sociale 28 maggio e membro della segreteria del Partito della Rifondazione Comunista di Brescia.
Figura di riferimento inestimabile e insostituibile, ci ha accompagnato in tutti questi anni mettendo a disposizione di tutti le sue preziose competenze con una generosità intellettuale riconosciuta.
Mai si è fatto vanto delle sue capacità e mai ha rivendicato come proprie tutte le iniziative messe in campo nel suo lungo percorso politico.
La sua devozione al lavoro di base lo ha reso insostituibile, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene, tant’è che qualsiasi problema politico si presentasse eravamo sicuri di avere da lui una lettura originale e concreta, ed ora ci lascia un vuoto incolmabile.
Il suo ultimo impegno da Antifascista era quello di preparare, insieme ad altri compagni, un esposto da presentare in Procura e al Prefetto contro la presenza alle elezioni amministrative nel comune di Mura della lista “Movimento Fascismo e Libertà”.
Mai avremmo voluto essere qui a scrivere queste parole, il nostro dolore è grande e ancor più grande perché pensiamo all’amarezza che ha accompagnato quest’ultimo periodo della sua esistenza e della sua militanza che per lui erano una sola cosa, in un intreccio di vita e politica tipicamente novecentesco.
Tra le lacrime ti salutiamo a pugno chiuso caro amico e Compagno.
Si dice in questi casi: “Non ti dimenticheremo mai Compagno Attilio!”.
Noi questo impegno lo consideriamo sacro.
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LE COMPAGNE E I COMPAGNI DI SINISTRA ANTICAPITALISTA DI BRESCIA A FIANCO DEL “CS 28 MAGGIO”.
(il 13 aprile 2017, la solita mano fascista ha oltraggiato il murale esterno del “ Centro Sociale 28 maggio” di Rovato con croci celtiche e svastiche).
FASCISTI CAROGNE TORNATE NELLE FOGNE
Ci fu quel tempo quando fummo convinti che la forza delle ragioni, di palese evidenza, potesse, di per sé, mutare le coscienze deviate e le menti ottenebrate.
Ci fu quel tempo in cui le nostre speranze illuministe si scontrarono con la pervicace realtà delle ideologie (totalitarie, patriarcali, violente e razziste) e dei loro portatori insani; impermeabili a qualsiasi dimostrazione dI insopportabile inadeguatezza.
Ci fu quel tempo di azioni urgenti per arricchire le idee di concrete solidità. Restammo, comunque, sorpresi che esseri umani dotati di un normale apparato cognitivo potessero essere impregnati di pensieri e pratiche fuoriuscite dal ventre grottesco delle sterili filosofie nazifasciste del Novecento occidentale. Fino al punto, di uccidere e morire, ancora, per esse!
Pur nella sorpresa, preferimmo vederli impossibilitati e incapaci di nuocere nuovamente.
Le stesse ragioni resistenti ci spinsero, malgrado tutta la bontà praticata e raccontata, a affrontare i neofascisti, anche, sul terreno dello scontro fisico. Così com’era capitato alla generazione dei padri; quella della Resistenza.
Sempre con la speranza che fossero gli ultimi sussulti di una bestia morente.
Ma come aveva predetto il poeta, la bestia, pur nella sua morte, è in grado di partorire nuove generazioni di “teste di cazzo”.
Non capiscono, rifiutano le evidenze, ripetono ordinati gli stessi slogan. Le medesime cianfrusaglie ideologiche dei padri (loro).
In qualche misura, sono consoni con le nuove politiche liberticide. Gli sbirri li comprendono e, pertanto, li tollerano. In fondo, i picchiatori nazifascisti sono l’estrema ratio, per quando diventa improrogabile colpire, senza fronzoli, chi si oppone senza tregue ai manovratori designati. Così fu e sarà, quando verrà ritenuto utile.
Sono conosciuti e tenuti d’acconto. Sgridati se esagerano, magari; ma lasciati liberi di provocare, di insozzare coi loro scritti, di aggredire.
In particolare, a Rovato e dintorni, s’aggirano da anni a proclamarsi come gli eredi di quei bravi ragazzi salodiani; cui, addirittura, un sindaco camerata dedicò una via.
Più volte hanno colpito il CS 28MAGGIO e l’altra sera l’hanno fatto ancora.
Svastiche e croci celtiche hanno insozzato, minacciose, il centro sociale.
Sono davvero insopportabili. Dovremmo deciderci a spazzarli via; a snidarli dai loro covi merdosi.
Dovremmo farlo direttamente, perché non abbiamo alcuna fiducia in questo Stato che li ha sempre utilizzati per i suoi fini e, al contrario, continua a punire chi compie “reati di umanità e di solidarietà”.
Qui, dalle nostre parti, dove la ferocia capitalista si incrocia, da sempre, con quella fascista e razzista (28 maggio 1974), è sempre il tempo della Resistenza e delle scelte partigiane.
Oggi più che mai, abbiamo bisogno di azioni buone e solidali a fianco degli ultimi, dei dannati, dei poveri e degli sfruttati. Un agire che prefigura, in sé, un altro modo di vivere e contesta, nel profondo, i meccanismi autoritari e violenti, determinanti l’attuale.
Abbiamo bisogno di questa compassione dentro la critica strutturale al Capitale e allo Stato. Di un agire diretto e diffuso e buono.
E di vigorosi combattenti di strada, naturalmente!
Solidarietà al Centro sociale 28 Maggio di Rovato
Il Coordinamento antifascista e antirazzista della Valtrompia esprime la propria solidarietà al Centro sociale 28 Maggio di Rovato colpito per l’ennesima volta da mano nazifascista mediante l’imbrattamento con svastiche e croci celtiche tracciate sopra il nome identificativo dipinto a colori sul muro esterno alla struttura.
Il fatto è avvenuto la notte fra il 13 e il 14 aprile, alla vigilia dell’incontro previsto con Giorgio Cremaschi, Nicoletta Dosio e Sergio Pezzucchi sul tema “Europa: dallo stato sociale allo stato di polizia”. La provocazione messa in atto è l’ultima di una serie di azioni che testimoniano la presenza sul territorio di formazioni nazifasciste che vogliono agire e riorganizzarsi in senso antidemocratico e marcatamente anticomunista, cioè contro chi è in prima fila sul fronte antifascista e antirazzista, contro chi promuove iniziative di formazione politica, culturale e di sensibilizzazione sociale.
Il Centro 28 maggio evidentemente è un punto di riferimento che potenzia le istanze innovative provenienti da più parti e che nel contempo cerca di contrastare politiche amministrative razziste e autoritarie che non sembrano opporsi adeguatamente ai tentativi di condizionamento delle nuove destre, venendo meno al lascito resistenziale e ai principi costituzionali.
Il Coordinamento della Valtrompia si affianca pertanto rafforzativamente all’operato dei compagni del Centro sociale 28 maggio, in un progetto di nuova resistenza e di reinvenzione della democrazia.
Coordinamento antifascista e antirazzista della Valtrompia
15 aprile 2017