E chi dice che Pdl e Fli non votano più assieme peggio del diavolo e dell’acquasanta? Su una cosa invece sono d’accordo: l’abolizione del divieto di rifondare il partito fascista. Ebbene sì, non fosse altro che, spiegano, la norma è transitoria da 65 anni. Loro sono Cristiano De Eccher, Fabrizio di Stefano, Francesco Bevilacqua, Achille Totaro del Pdl e Egidio Digilio di Futuro e libertà. Al Senato hanno presentato un disegno di legge che chiede l’eliminazione dalla Costituzione della dodicesima disposizione transitoria e finale che vieta la riorganizzazione del partito fascista. «Sono passati 65 anni e che “transitoria” è? – chiede Bevilacqua – Da transitoria sta diventando definitiva». Da qui, secondo i senatori, l’esigenza di cancellare la norma. Il comma di cui si chiede l’abrogazione è il primo. «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».
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Manlio Milani si deve dimettere
La Rete Provinciale Antifascista stigmatizza la decisione del Presidente dell’Associazione Familiari vittime di Piazza della Loggia, Manlio Milani, di partecipare al convegno organizzato da Casa Pound Italia sulla strage del 28 maggio 1974.
L’associazione Casa Pound, come si legge sul sito www.casapound.org “si propone di sviluppare in maniera organica un progetto ed una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio”;
PALESTINA LIBERA! 30 MARZO 1976 – 30 MARZO 2011:GIORNATA DELLA TERRA
La giornata del 30 marzo coincide con la Giornata della Terra in Palestina, che commemora l’anniversario dell’uccisione di sei giovani palestinesi da parte delle forze di sicurezza israeliane nel 1976, durante una manifestazione contro l’espropriazione di terre palestinesi, in Galilea,utilizzate per costruire nuove colonie ebraiche ed espandere le esistenti città israeliane.
E’ ALLARME PLUTONIO IN GIAPPONE…dovremo attendere anche noi una catastrofe nucleare per capire che è ora di passare all’energia pulita?
da Radiondadurto La situazione a Fukushima resta “imprevedibile, e non si possono escludere tracce di plutonio” nel nordest del Giappone. E’ lo stesso premier giapponese Kan a ammetterlo, senza però fornire alcuna alternativa valida. Unica notizia che arriva da Tokyo, e pare essere scontata, il fatto che secondo il governo “i piani di ricostruzione dopo la catastrofe atomica dell’11 marzo si baseranno sull’energia pulita”. In Giappone intanto stanno arrivando anche i tecnici del colosso francese Areva per aiutare la Tepco, gestore privato dell’impianto, a rimuovere il materiale radioattivo contenuto nell’acqua che interessa soprattutto il reattore n.2 su cui sono concentrate le maggior preoccupazioni.
Strage, Milani a Casa Pound innesca la protesta antifascista
da Bresciaoggi
IL CASO. È polemica per la scelta del presidente della Casa della memoria e dell’Associazione familiari delle vittime
«Sono qui a livello personale, perchè dobbiamo andare oltre le nostre diversità». Ma la Rete chiede le sue dimissioni
CasaPound e la Casa della Memoria allo stesso tavolo. Fuori, a 300 metri, il presidio della Rete antifascista che grida allo scandalo e chiede le dimissioni di Manlio Milani, presidente dell’Associazione Familiari delle vittime di piazza Loggia, per aver accettato di partecipare al dibattito al President, a Roncadelle. Ma se il dispiegamento delle forze dell’ordine induceva a pensare all’agitazione, alla fine la protesta si è tradotta, verso metà serata, nell’occupazione di via Roncadelle da parte dei manifestanti con cori e striscioni. Nessuna autorizzazione, quindi, alla «Partecipazione indignata» che gli antifascisti avrebbero voluto, faccia a faccia con CasaPound. «Vogliamo le dimissioni di Milani, che si presenta a un convegno con quelli che si definiscono i fascisti del terzo millennio a nome dell’associazione che guida – tuona Giuseppe Corioni, della Rete -: è vergognoso». «Dopo la sentenza sulla strage Cpi cerca di legittimarsi politicamente attraverso squallidi momenti di rivisitazione storica» gli fa eco Walter Longhi.
Eppure, dall’altra parte, seppur a distanza, Milani e CasaPound rispediscono le accuse al mittente con decisione. «Non sono qui a nome dell’associazione che rappresento, ma solo come Milani – precisa, pregando Cpi di precisarlo nella locandina -: non parlerò del processo, o del terrorismo di sinistra. Cercherò invece di affrontare con voi un percorso, che parte da me e finisce con me. Ho accettato – ribadisce – perché in questa memoria distratta dell’Italia che preferisce rimuovere gli anni’70, è necessario andare oltre le nostre diversità e incontrarci, senza limitarci ad osservare l’orrore in quanto tale, ma nel tentativo di trovare nella memoria elaborata degli insegnamenti utili rispetto al presente e al domani». Della stessa linea anche Adriano Scianca, responsabile cultura di Cpi (affiancato dal collega regionale Pietro Falagiani e da Gabriele Adinolfi del Centro Studi Polaris): «Questo è un incontro epocale nel panorama politico nazionale – dice -: Manlio è l’esempio di quel coraggio intellettuale che ci vede qui per parlare di stragismo come una ferita aperta nel cuore del Paese e come qualcosa che non ci appartiene naturalmente».
Quello di Manlio è un racconto, il suo racconto, fatto di contesti politici e sociali: l’iscrizione al Pci, l’amore per la resistenza e la Costituzione, gli incontri con i partigiani costretti a scegliere «per l’impossibilità di poter esprimere se stessi : per l’idea di poter vivere in una società libera». Come accadde per la manifestazione sindacaledi quel 28 maggio’74: «Quegli 8 morti sono ancora lì, a raccontare i valori di democrazia, lavoro, libertà di espressione – spiega Milani – Perché chi compì quella strage voleva sovvertire le istituzioni». Poi l’accenno alla responsabilità della destra eversiva per stessa ammissione dei camerati, gli attentati del prima e dopo piazza Loggia, e «i depistaggi delle istituzioni e dei Servizi deviati. Ecco dove sta l’impunità: il disegno eversivo si basa sulle collusioni. Allora, la memoria, deve prendere atto dei fatti e chiedere verità». Una storia che non piace poi tanto ad Adinolfi, certo che «le responsabilità del Pci siano enormi e che visioni come questa contribuiscano a non fare luce sulle stragi». In prima fila anche Benedetta Tobagi, «perché credo sia molto importante che Manlio abbia accettato di parlare con questi ragazzi: per spiegare che la violenza, è sempre sbagliata».
Ecco la risposta di Haidi Giuliani alla solidarietà espressa dal c.s. 28Maggio per la sentenza della corte europea dei diritti dell’uomo che assolve l’Italia dalle responsabilità della morte di Carlo Giuliani…
Perdonate se vi rispondo con un messaggio cumulativo: ho ricevuto moltissime telefonate, sms, email e non riesco a rispndere ad ognuno e ognuna di voi ma desidero ringraziarvi per la solidarietà che ci avete espresso, che noi sentiamo fortemente, e che ci aiuta davvero.
In piazza Alimonda abbiamo visto molti sassi, tra presunti e reali, ma questa sentenza è un macigno che coprirà tutto definitivamente.
Per questo motivo, e per il clima generale di “guerra” in cui viviamo, temo davvero che la causa civile non servirà a niente, se non a consumare le nostre energie residue, perché tutti gli errori sono stati fatti nei primissimi giorni (e non solo dai genitori di Carlo).
BRESCIA: PRESIDIO STASERA CONTRO CHI STRUMENTALIZZA LA STRAGE DI PIAZZA LOGGIA
Questa sera Brescia vivrà un nuovo, triste, primato: sarà la prima città in Italia ad ospitare un incontro sullo stragismo, nel caso specifico si parlerà della strage fascista e di stato di Piazza della Loggia, con la presenza di un neofascista di spicco degli anni’70 , Gabriele Adinolfi, e un Presidente di un’associazione familiari delle vittime, in questo caso Manlio Milani in qualità di Presidente di quella per la strage dipiazza Loggia. Ad organizzare la serata Casapound Italia, che rimasta senza una sede a Brescia, ha deciso di tenere questo strumentale convegno all’hotel President di Roncadelle, in provincia di Brescia.
Carlo Giuliani e Stefano Cucchi: verità ancora negata
da Infoaut
Giornata pesante, quella di ieri, per la “giustizia” italiana ed europea.
Nella mattinata arriva la sconvolgente notizia che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha definitivamente assolto l’Italia riguardo le accuse di responsabilità nell’omicidio di Carlo Giuliani, durante le manifestazioni contro il G8 del 2001 a Genova.
Il ricorso era stato presentato dai genitori di Carlo nel 2002, invocando in particolar modo l’articolo 2 della Convenzione sui Diritti dell’uomo, in quanto la morte di Carlo è dovuta ad un uso eccessivo della forza: con una sentenza choc che ribalta quella data in primo grado, la corte di Strasburgo ha assolto completamente Mario Placanica, il carabiniere che saprò in Piazza Alimonda, e anche l’Italia, accusata dai Giuliani di non aver organizzato e pianificato in modo adeguato le operazioni di polizia durante il summit del 2001.
Sempre nella giornata di ieri è anche iniziato il processo nell’aula bunker del carcere di rebibbia per la morte di Stefano Cucchi, morto nel 2009 a seguito di un fermo di polizia. Dodici gli imputati alla sbarra, agenti di polizia penitenziaria accusati di lesioni e abuso di autorità e personale dell’ospedale Pertini, accusati di abbandono di persona incapace, favoreggiamento, omissione di referto e abuso d’ufficio.
Stefano, che dopo l’arresto per possesso di stupefacenti venne picchiato dagli agenti, era poi stato trasferito all’ospedale Pertini dove gli erano state negate le minime cure.
Il processo è stato rinviato al 28 aprile, giorno in cui verranno ascoltati i carabinieri che arrestarono Stefano Cucchi.
Ancora fango su Stefano Cucchi
Il coraggio e la forza di Ilaria Cucchi si scontrano con la viltà e la dimostrazione di fascismo del Ministro Giovanardi…BASTA REPRESSIONE//BASTA MORTI NELLE CARCERI
La battaglia dei referendum
Car* compagn*,
vorrei segnalarvi che ormai è aperta la campagna elettorale referendaria per i 2 sì all’acqua pubblica e contro il nucleare.
La campagna è già in salita, non solo per la decisione del governo di non accorpare le votazioni dei referendum con le amministrative che si svolgono il 15 maggio, e quindi di fissare la celebrazione dei referendum il 12 giugno (a scuole chiuse e con l’estate in agguato, spudorato tentativo di far saltare il quorum), cui è stato opposto ricorso alla corte costituzionale (ma non ci scommetto nulla sul suo accoglimento), ma anche perchè c’è un’ombra famelica che si allunga sui referendum, l’ombra di Di Pietro che ha raccolto le firme sul nucleare e adesso sta tentando di appropriarsi della paternità di quello sull’acqua. In più Di Pietro ha proposto il referendum sul legittimo impedimento, che si presenta come una specie di plebiscito pro o contro Berlusconi, che rischia di oscurare tutti gli altri e di aprire una deriva politicista che potrebbe mettere tra parentesi il profondo significato sociale e ambientale degli altri.