L’Eni continua la sua politica espansiva e aggressiva in Africa. Oggi il chief operating officer del gruppo petrolifero, Claudio De Scalzi, e il ministro del Petrolio egiziano, Abdallah Ghorab, si sono incontrati al Cairo per un accordo su nuove perforazioni nel Western Desert, nel Mediterraneo e nel Sinai, con l’apertura di pozzi addizionali e l’accelerazione della messa in produzione di 12 pozzi esplorativi.
3 miliardi di dollari il costo dell’accordo. Già oggi comunque il gruppo italiano è il primo sfruttatore degli idrocarburi egiziani, con 500mila barili estratti al giorno.
Dopo aver fatto affari per anni con i vari Gheddafi e Mubarak, in pochi mesi l’Eni è riuscita a stringere nuovi accordi con i potenti di turno. Non tutti, però, in Africa, la pensano come i militari al potere. Non tutti, in Africa, sono daccordo con le politiche di colonizzazione energetica delle compagnie occidentali. Solo ieri infatti il Movimento di Emancipazione del Delta del Niger – il Mend – aveva annunciato la ripresa delle ostilità proprio con l’Eni, accusata assieme alle altri grandi compagnie petrolifere mondiali di devastare il sud della Nigeria attraverso l’estrazione intensiva di idrocarburi. L’annuncio del Mend è stato oggi giudicato “estremamente serio” dalla Camera di Commercio ItalAfrica. Il servizio con Daniele Pepino, autore del libro “Mend – Delta in Rivolta”. Ascolta l’intervista.
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ALLARME SON FASCISTI!!!
da Poq
ALLARME SON FASCISTI!!!
Venerdì 3 giugno, come preannunciato, i fascisti di questa bella città (nostalgici del ventennio nero e della repubblica di Salò) intendono inaugurare la sede di Casa Pound Milano nel cuore di QUARTO OGGIARO, uno dei quartieri più popolari della periferia milanese, che andrà a sommarsi all’imminente apertura della sede milanese della “guardia nazionale padana” (in 1500 mq di una scuola comunale) con scopi di ‘protezione civile’ (leggi ‘militarizzazione del territorio’).
GENOVA 2001-2011 – APPELLO
Sono passati 10 anni dal luglio del 2001, quando a Genova “migliaia di persone, giovani e adulti, donne ed uomini di tutto il mondo, si diedero appuntamento per denunciare i pericoli della globalizzazione neoliberista e per contestare i potenti del G8, intenti a convincere il mondo che trasformare tutto in merce avrebbe prodotto benessere per tutti”. A distanza di tanto tempo cosa è rimasto di “Un altro mondo è possibile?” e perchè il movimento fu colpito così duramente? Migliaia di persone vissero momenti di violenza indelebile, che si può riassumere nella frase usata da Amnesty International: “In quei giorni a Genova la Costituzione è stata sospesa”. Così come dieci anni fa il movimento si creò dal basso, attivando percorsi di sinergia, condivisione e messa in rete delle idee e delle proposte, oggi abbiamo l’idea di ricordare quei momenti con la stessa dinamica, creando un’iniziativa partecipata e costruita dal basso. Sarebbe facile provare a “commemorare” calando dall’alto un pacchetto di iniziative sui dieci anni del G8 di Genova, in perfetto stile mortifero e mortuario come spesso succede quando si ricorda qualcosa o qualcuno. Vogliamo invece organizzare un momento di ricordo ma anche di riflessione su questo decennio e sulla sua eredità politica, partendo da un unico presupposto: quello della partecipazione attiva e del protagonismo di coloro che quei giorni li hanno vissuti sulla propria pelle. A tutti coloro che ritengono opportuno ricordare quell’esperienza storica Come nel 2001 ci rivolgiamo a tutte le reti presenti e a tutte le soggettività . PROPONIAMO UN PRIMO INCONTRO PER MARTEDI’ 7 GIUGNO ALLE ORE 19,30 PRESSO LE OFFICINE CULTURALI ERGOT A LECCE IN PIAZZETTA FALCONIERI (ANGOLO VIA PALMIERI) promotori:
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