NEGAZIONISTA SARÀ LEI!
Un tempo ti davano dello “stalinista” e la questione era risolta. Si è poi passati all’insulto di “rossobrunismo”, ma questo è troppo interno ad una risicata minoranza di militanti, la maggior parte della gente non capirebbe; invece “sovranista”, “complottista” e, magnifico nella sua granitica indeterminatezza, “negazionista” sono insulti comprensibili a tutti!
Per noi Compagne e Compagni del Centro Sociale “28maggio”non è più procrastinabile una presa di posizione pubblica in merito a questa fetida situazione, pertanto ci rivolgiamo a chi all’interno del movimento non intende aiutarci a portare il fardello, ben pesante, della critica al pensiero unico!
Cosa ci sta accadendo? Non solo abbiamo i signor nessuno che insultano e minacciano “i negazionisti”, ma si può leggere il post su facebook di un dirigente di una forza politica di sinistra che fa la stessa cosa e racconta:
“Un tipo, seduto al tavolo mi sente e reagisce “Perché ancora credete al covid? Non lo vedete che muoiono solo i vecchi? Fatemi vedere qualcuno di giovane che ne è morto” “Si tratta di una semplice influenza con cui ci stanno rovinando a tutti” “Le bare sono vuote come gli ospedali”. E via dicendo. Il tipo al tavolo ha rischiato. L’ho insultato in ogni modo possibile augurandogli anche che in caso di contagio la sanità pubblica si rifiuti di curarlo. Più che contraddirlo – sarebbe stato come parlare ad un muro – ho letteralmente sperato che si alzasse e provasse a difendersi e a mettermi le mani addosso. Non mi sarei trattenuto. So bene che bisognerebbe avere altre reazioni e che bisognerebbe conservare un minimo di calma ma a volte è troppo. Qualcuno seduto ha balbettato che “le opinioni sono legittime”. A mio avviso ci sono temi come questo, come il razzismo, l’omofobia, lo sfruttamento delle persone e dell’ambiente, dove le espressioni cessano di essere pareri e diventano punto radicale di contrapposizione. In questi casi, fare sconti è inaccettabile e alzare la voce non è un diritto ma un dovere.”
La discussione che ne è seguita, non è stata recepita come costruttiva e chiarificatrice dai partigiani del dirigente sé-dicente “comunista”, tanto che le donne che nei loro interventi si sono opposte alle minacce propinate all’opinionista da bar, sono state definite, per riassumere gli insulti, come “feroci commentatrici no-mask” che vomitano veleno, e per giunta accusate di aver segnalato a papà Zuckerberg un soggetto perché aveva scritto: “io appena esco di qui, li vado a menare tutti (i negazionisti), non hanno idea” …
Dunque sarebbero stati pronti, a loro dire, a menar le mani, mentre davano del fanatico, del malato, del pazzo buono solo per un ospedale psichiatrico a chi non la pensava “come tutti”… insomma menar le mani non è più da fascisti ormai, ma da “antinegazionisti” e sinceri democratici! Questa obbedienza al pensiero dominante non è imposta con la forza, ma “consigliata”, sollecitata e indirizzata come la cosa giusta per il bene di tutti. Fammi sentire “dalla parte giusta” fornendomi dei ribelli, dei dissenzienti da odiare, da disprezzare, da condannare pubblicamente, cosi che mi possa sentire migliore di loro!
Come preambolo diciamo subito, per non dar adito a fraintendimenti, che nessuno di noi vuole mettere in discussione la pericolosità del virus, ma allo stesso tempo non possiamo permetterci di perdere l’uso della ragione contro il contagio della paura.
Un tempo se negavi l’esistenza di Dio ti torturavano e ammazzavano; se non credevi che avremmo vinto la guerra eri considerato un “disfattista” e ti punivano anche con la fucilazione; ora se c’è qualcuno che non crede al Covid o critica la sua enfatizzazione mediatica, entra automaticamente nella categoria del pazzo, fascista, terrapiattista, camorrista … meritevole di ogni male, anche quello supremo di non essere curato. Si mescola tutto in un delirio da “caccia alle streghe” vergognoso, senza rendersi conto che capire le masse è il primo dovere di un militante se vuole cambiare lo stato di cose presente.
L’insulto di “negazionista”, buono per tutte le stagioni, è diventato nel tempo bipartisan, inizialmente i “negazionisti” erano quelli che sminuiscono o negano i crimini contro l’umanità compiuti dai nazifascisti, ora anche le destre lo utilizzano dando dei negazionisti agli storici che contestualizzano e ridimensionano il tema delle foibe. Nel caso del Covid chiunque si ponga in modo critico nei confronti delle scelte governative, chi denuncia le irrazionalità dei provvedimenti e punta il dito sulle responsabilità politiche della gestione della pandemia, col corollario di una attentato permanente alle libertà, è un “negazionista”, perché per l’antinegazionista il governo dovrebbe disciplinare in modo ancor più stretto la nostra vita sociale, tra questi antinegazionisti brilla una parte della sinistra che praticamente agogna gli arresti domiciliari di massa con sussidio!
Come spiegano i Wu Ming “i «negazionisti del morbo» sono un’infima minoranza, costantemente ingigantita al microscopio dai media e tirata in ballo per esecrare il dissenso, mentre il «negazionismo del disciplinamento» è maggioritario, impregna il discorso ufficiale e dà forma alla narrazione dei media filo-governativi”.
Ma quanta malafede c’è in questa postura filo-governativa?
Ogni anno ci sono decine di migliaia di morti per infezioni ospedaliere, tante che se i telegiornali ne parlassero martellandoci ogni giorno come col Covid, non vorremmo più nemmeno passar vicino ad un ospedale; l’inquinamento uccide più del virus … un bresciano su tre muore di cancro, ma questo dramma sparisce davanti al Covid sovrano,rendiamoci conto!
La realtà è complessa, ma questa società ha bisogno di risposte facili (anche questo documento dovrebbe essere più breve!): mascherine, vaccini, diserbanti, galere, repressione del dissenso.
Nei tragici giorni della pandemia si è fatta strada quella che appare essere la soluzione definitiva al problema Covid 19: il vaccino. Si moltiplicano così le petizioni che ne chiedono l’utilizzo come «bene comune» affinché la distribuzione raggiunga tutti coloro che ne hanno bisogno, dunque potenzialmente almeno il 60% della popolazione mondiale, stando alle stime indicate. In questa fase dovremmo stabilire con chiarezza la definizione stessa di «bene comune», per la valenza che realmente rappresenta, perché la battaglia per il vaccino assume un’importanza sistemica emblematica, se comprendiamo ciò che ci unisce al virus come parte del vivente.
La questione dei brevetti dei vaccini è sintomatica della commistione tra profitto e salute pubblica.
Il professor Crisanti, Ordinario di Microbiologia e Direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova, in una recente intervista a Focus live, in risposta alla domanda se si sarebbe vaccinato a gennaio 2021, ha affermato che non lo avrebbe fatto fino a che i dati di efficacia e sicurezza non verranno messi a disposizione sia della comunità scientifica sia delle autorità che ne regolano la distribuzione. Apriti o cielo! Tutti i giornalisti, servi del sistema, addosso! E lui obbligato a difendersi per aver detto qualcosa di sensato e intelligente!
Peraltro il vaccino per tutti, ci dicono, non sarà obbligatorio, ma qualcuno afferma, pensiamo già ad un patentino … cosa significa questo? Chi non avrà fatto il vaccino, cosa non potrà fare? Ma è sostenibile questa situazione? Questo impazzimento generalizzato non suggerisce un momento di riflessione? Possibile che non si riesca almeno ad intravedere ciò che ci aspetta e le ripercussioni future di questo incalcolabile disastro?
Il tenore di vita è ulteriormente peggiorato per il 7,6% degli italiani, il tasso di disoccupazione per le donne è quasi il doppio di quello degli uomini. Tutto quel che ci viene tolto in termini di potere d’acquisto, diritti e servizi, fiducia nel futuro ha una giustificazione nel “terribile virus” e tutte le conseguenze di una politica economica criminale e servile rispetto ai diktat dell’Unione europea, soprattutto nel nostro paese, avrà come spiegazione la pandemia, ma come colpevole il “negazionista”, colui che non ha ottemperato alle disposizioni governative. La narrazione ufficiale è ormai integrata a tutti gli effetti da chi dovrebbe sempre stare dalla parte del torto, vista quanta gente c’è dalla parte della ragione!
Mentre la fabbrica del falso gira a pieno regime, le esternalizzazioni ospedaliere sono in corso, figuriamoci se nel fumo della paura può scaturire una protesta generalizzata, persino in Lombardia sembra che ci dovremo tenere Fontana e Gallera, nonostante gli scandali e la richiesta di commissariamento.
Il popolo ha premiato elettoralmente l’uomo politico che marcia unito insieme all’esercito mediatico degli allarmisti. L’unico comandamento di questo politico medio nostrano recita “parati il culo”, è meglio un provvedimento persecutorio in più che uno in meno. Meglio che le multe ai disobbedienti siano stratosferiche e assolutamente incongrue piuttosto che qualcuno insinui che hai preso sottogamba la pandemia. Penalizza pure fino all’estremo le normali relazioni sociali, l’importante è che salvaguardi il profitto dei padroni. Dunque il popolo curvi la testa, vada a lavorare e a far la spesa, ma poi a casa davanti al televisore!
Caro politico da strapazzo per noi prima di tutto viene la salute di ogni essere umano, poi viene la sanità; il problema è che nessuno in questo paese senza memoria e dunque senza futuro ti chiederà conto delle conseguenze che avranno avuto le tue decisioni sulla psiche collettiva: vendite di psicofarmaci per depressione e ansia in aumento vertiginoso, disturbi alimentari soprattutto nei bambini, ragazzi, adolescenti privati della scuola e sempre più dipendenti da internet e dai social; così come non ti sentirai sulla coscienza quelle persone che vivono il confino in casa come una vera e propria condanna, magari al fianco del loro aguzzino, quasi sempre donne. In Giappone i suicidi dei giovani, spesso precari, sono aumentati dell’8%, in Italia un giorno o l’altro scopriremo i dati. I malati di cancro rimasti senza cura nel nostro paese sono un numero sterminato, molti già morti, così come è morta la prevenzione di molte malattie che si faranno aggressive nel tempo a venire.
Gli ospedali sono pieni perché in 10 anni sono stati tagliati 37 miliardi per la sanità e 70.000 posti letto (allucinante, no?!) e la sanità regionale è in combutta con la sanità privata e coi suoi sporchi interessi fatti sulla pelle dei malati. Cosa di peggio che chiamare gli ospedali aziende e i pazienti clienti? Solo la domanda pagante ha ormai accesso alle cure veloci, anche il Covid è un virus di classe, chi è ricco, potente, conosciuto ha un percorso di cura celere e accurato, gli altri si arrangiano come possono. Ricordiamo ai filo europeisti che tra gli obblighi da rispettare presi dai governi italiani con la “cupola nazieuropea” c’è il taglio feroce della spesa pubblica.
Proprio per nascondere la conoscenza dell’origine e della banalità del male di cui siamo vittime, i media, come megafono del potere, fanno in modo di far ricadere la colpa sui cittadini, e lo fanno attraverso il terrorismo mediatico, mentre i soprusi istituzionali vengono esaltati come la sola medicina utile per uscire dall’emergenza Covid, nel contempo gli affaristi di ogni risma si fregano le mani come ai tempi dei vari terremoti che hanno colpito l’Italia! Grave è non averlo abbastanza compreso!
Il castello di balle deve restare in piedi il più possibile per giustificare il degrado economico. I dati vengono manipolati: le ambulanze in coda per la sanificazione vengono strumentalmente utilizzate dal giornalista di turno che le descrive come cariche di pazienti senza speranza di poter accedere all’ospedale. Persino la classica influenza stagionale è sparita completamente, il suo virus nella battaglia mediatica è stato vinto dal Covid, e in Lombardia non si trova nemmeno più il vaccino antinfluenzale.
Perché nessun governo, se tanto gli preme la nostra salute, invece che opprimerci con continui attentati alle libertà fondamentali non decide di rinunciare alle spese militari per investire in quelle sanitarie??? Le spese militari in Italia ammontano a 72milioni di euro al giorno!
Solo per fare qualche esempio della nostra comune quotidianità:
Per entrare in ospedale vieni fermato, interrogato, ti misurano la febbre e ti fanno lavare le mani col gel, e questo è normale, ma è altrettanto normale che si appronti un reparto Covid interno all’ospedale stesso? Il problema è che non mettiamo a fuoco il nemico, e il nemico è la gestione del Covid. Un medico pediatra, esperto di epigenetica e biologia molecolare, il dottor Ernesto Burgio ripete a chi vuole ascoltare che in Italia: “La medicina territoriale non è ancora stata rafforzata abbastanza”, aggiungiamo noi che in Lombardia è stata semplicemente distrutta. Poi in modo chiaro e senza ambiguità afferma che “il Covid non deve entrare nelle strutture ospedaliere, si deve fare come han fatto i cinesi: costruire ospedali da campo, requisire ospedali militari, aprire ospedali dismessi”, e invece, aggiungiamo noi, si fa esattamente il contrario e, da una parte non si fanno più visite anche a pazienti gravi e gravissimi perché c’è il Covid, dall’altra si aprono reparti Covid in ospedali come il Civile di Brescia che è rinomato a livello internazionale, tentando di distruggerlo a favore delle cliniche private convenzionate.
Perché un certo prodotto non lo puoi comprare alla COOP essendo considerato “casalingo”, ma MediaWord te lo vende? Perché la catena di prodotti di bellezza KIKO è aperta, mentre altri negozi ben più essenziali son chiusi?
Perché non possiamo più entrare al bar stando distanziati e seduti, ma possiamo fare la coda davanti alla sua porta per bere il caffè?
Perché non possiamo uscire dal paese di residenza, indipendentemente dal fatto che sia minuscolo o grande come una metropoli, ma se ci rechiamo al lavoro allora siamo esentati da controlli e sanzioni? Non ci accorgiamo dell’assurdo della vita che ci vogliono far vivere? Perché accettiamo in nome dell’emergenza questa subalternità?
Queste sono prove tecniche di controllo sociale per eventi futuri ben più gravi. Ci stanno allenando all’obbedienza “cieca e assoluta”, così se dovesse scoppiare una guerra saremo già disciplinati, tutti contro tutti, pronti alla delazione. La narrazione tossica esalta i comportamenti individuali mentre la verità è che un problema sociale e sistemico può essere affrontato solo con l’azione collettiva.
Hanno investito molti zelanti soggetti del compito di fare il “poliziotto” che controlla e sanziona: tira su la mascherina, fai tre passi indietro, ora non entri perché sei arrivato troppo presto, fammi rivedere la richiesta, aspetta lì in parte, non è il tuo turno, devi star fuori, non puoi accompagnarlo dentro a fare l’esame anche se … sei la moglie di un handicappato grave in sedia a rotelle! (crudeltà senza fine!)
Il segno distintivo della vera sovranità è il potere di decidere sull’eccezione, ed è questo che ci sta accadendo con i DPCM del Signor Conte!
Siamo entrati nella società dei sistemi. Il sistema è concepito ciberneticamente ed è sovrano , è un tutt’uno avvolgente che non ha un esterno, per questo è ancor più difficile e faticoso far sentire la nostra voce!
Siamo utenti di un sistema a cui dobbiamo continuamente adeguarci, se prima lo chiamavamo algoritmo ora lo possiamo definire virus … è sempre sovrano!
Ivan Illich scriveva che “la ricerca patogenica della salute” può comportare una preoccupazione intensa, incessante e addirittura narcisistica per il proprio corpo. La “percezione del rischio”, che lui considerava come “la più importante ideologia para-religiosa celebrata oggi”, ha un effetto disincarnante perché “è un concetto strettamente matematico”. Non riguarda le persone ma le popolazioni: nessuno sa cosa accadrà a questa o quella persona, ma ciò che accadrà all’aggregato di tali persone espresso in termini di probabilità. Identificarsi con questo tipo di astrazione statistica significa cimentarsi, sosteneva Illich, in una “radicale algoritmizzazione di sé”.
Il neoliberismo non complotta ma conquista le menti. I neoliberisti si muovono “col denaro dello Stato” contro tutto ciò che è pubblico. La distruzione del welfare viene chiamata “riforme strutturali”, non si distinguono più informazioni pertinenti e non pertinenti. Tra tante guerre, aperte e sotterranee, che sono avvenute negli ultimi decenni, la più importante è stata resa invisibile ed è quella dei padroni contro i sudditi, una guerra ideologica totale. Il paradosso più inquietante è che in nome della libertà siamo ridotti a servi e in nome del privato aboliscono la nostra privacy. “Con le misure anti-Covid è in atto un colossale esperimento di ingegneria sociale” sostiene Marco D’Eramo. “Non era mai successo che due miliardi di persone contemporaneamente fossero messe agli arresti domiciliari volontari e lo accettassero. Un esperimento sociale con due miliardi di cavie non si era mai visto”.
Noi siamo degli umani e tali vogliamo vivere. La pensiamo come Wu Ming: “Davvero siamo arrivati a credere che «salute» sia soltanto non prendersi il virus? Davvero siamo arrivati a pensare che «vita» significhi così poco, e si riduca al non ammalarsi di Covid? Com’è possibile che si sia giunti a dire che ora si deve pensare solo al virus e di tutto il resto della realtà sociale – forse – ne parleremo «dopo»? Ma «dopo» quando? Davvero si pensa che, se stiamo zitti e muti adesso, «dopo» potremo riprendere discorsi “radicali” come niente fosse? Ma dove, come? Con quale faccia?”
Noi non vogliamo essere costretti a credere acriticamente alla narrazione ufficiale, le idee dominanti sono propinate dalle classi dominanti! Se Conte ci spiega che a Natale non possiamo abbracciarci e baciarci, ma farci dei doni sì, non possiamo non ribellarci perché ci stanno entrando in casa, tra di noi, nelle nostre vite e nelle nostre mutande; come possiamo non renderci conto che il potere sta realizzando il suo sogno e si fa assoluto facendoci vivere come schiavi in catene, compiendo il miracolo di silenziare persino chi dovrebbe supportare il pensiero critico.
Come scrive Anna Pulizzi è “Già prenotata la terza ondata, come ampiamente riportato da tutte le dichiarazioni dei veggenti istituzionali. Quindi tra poco e solo per poco tutte le regioni diventeranno gialle o quasi, così che noi si possa essere incolpati di eccessi scellerati, ad esempio esserci scambiati un bacino per gli auguri, o addirittura aver tolto la museruola per bere lo spumante. E poche ore dopo la partenza della befana, ecco risalire quella curva sempre straordinariamente in linea con le intuizioni del capobastone e dei suoi giannizzeri, a loro volta in gara per il trofeo dell’allarmismo, ma superati stavolta dall’Oms, organizzazione ormai privatizzata, che addirittura sconsiglia le cene in famiglia.”
Per non perderci d’animo non ci resta che osservare i nostri cugino d’oltralpe: in tutta la Francia il 21 novembre 2020 migliaia di persone hanno manifestato per contrastare la deriva liberticida del governo Macron. Circa 25.000 persone si sono riunite a Parigi per denunciare la proposta di “legge sulla sicurezza globale”. Per il potere francese zittire i media e garantire impunità alla polizia sono gli strumenti per creare un mondo più sicuro. Sicuro per chi?
Noi del “CentroSociale28maggio” ci siamo detti che in Italia i media stanno zitti senza fatica, d’altronde nella classifica mondiale 2020 sulla libertà di stampa l’Italia figura al 41esimo posto, in Europa occidentale la peggior posizione, fatta eccezione per la Grecia, inoltre, dopo Genova 2001, abbiamo visto che se vuoi far carriera nella polizia devi menare, essere violento e mandare in ospedale chi non si allinea alle regole imposte. Per fortuna però le immagini delle proteste francesi ci fanno pensare e sperare che non tutta la sinistra è morta … di COVID!
-LE COMPAGNE ED I COMPAGNI DEL CS 28MAGGIO-