PER RICORDARE I 20 ANNI DEL CENTRO SOCIALE 28 MAGGIO

alcune brevi note :

Perché 28 maggio?
Per non dimenticare una strage Fascista e di Stato avvenuta in piazza Loggia il 28 maggio del 1974 alle ore 10,12.

Chi siamo?
Siamo Comunisti, apparteniamo alla classe degli sfruttati, degli emarginati, dei diseredati, dei precari,dei disoccupati.

La nostra storia come centro sociale inizia nel 1998 in una struttura di novanta metri quadrati, un ex negozio in affitto, in via XX settembre a Rovato, un comune guidato allora da uno dei sindaci più razzisti della provincia, Roberto Manenti. noto per le sue ordinanze contro gli immigrati e per aver inaugurato una via ai caduti della repubblica sociale di Salò. Infatti il giorno dell’inaugurazione si presentavano due pattuglie dei carabinieri a darci il benvenuto. Quella sede, nonostante i limiti di spazio ci permise di sviluppare iniziative innovative, incontri, dibattiti, corsi vari, rappresentazioni teatrali, concerti in acustica, proiezione di filmati, cene di autofinanziamento diventando un punto di riferimento politico importante per il nostro territorio.
Dopo i sei anni di convenzione, l’affitto non venne più rinnovato, a causa delle pressioni politiche sulla proprietà. Scegliemmo comunque di continuare.
Alcuni compagni, dopo mesi di ricerca, trovarono una struttura adeguata nei pressi della stazione di Rovato in via Europa n. 54. Si trattava di una vecchia fabbrica dismessa che veniva venduta a lotti di trecento metri quadrati.
I compagni presentarono un progetto che inizialmente sembrava folle: acquistarla per poi ristrutturarla e renderla agibile attraverso una forma di partecipazione militante senza dover passare dalle banche che sono per noi la massima espressione negativa di questa società capitalistica.
Presa la decisione ci fu una grande mobilitazione di tutti i compagni/e nel reperire risorse e nel lavoro di sistemazione dello spazio e dell’ambiente:
dai muri che non c’erano, ai bagni, alle porte, alle finestre, al pavimento, agli impianti, si doveva costruire tutto perché il posto era una grande “scatola” vuota che doveva essere riempita.
Il risultato è stato qualcosa di straordinario, nei 300 metri quadrati abbiamo ritagliato tutto quello che può servire per svolgere ogni tipo di attività:
ampio salone per concerti e dibattiti, sale riunioni e ufficio, cucina e magazzino, tutto costruito dai compagni/e utilizzando molto spesso oggetti recuperati che la gente buttava e che noi abbiamo fatto rivivere.
Da quel momento sono iniziate le sfide nella gestione, nei turni, nella manutenzione, nell’organizzazione di centinaia di attività che si svolgevano e si svolgono all’interno del Centro Sociale 28 maggio, il tutto supportato della caparbia volontà di dimostrare che un sogno lo si può realizzare se insieme viene sognato. read more