Sono anni che in Italia si è inserito il “reato di solidarietà” assente nel codice penale ma presente nel “codice politico e sociale”, reato di chi intende mettere in discussione non tanto il diritto all’accoglienza , ma quello all’Uguaglianza. L’arresto di Mimmo Lucano è l’esempio più lampante dell’uso di questo reato.
Il sindaco di Riace è fra i 50 uomini più influenti al mondo secondo la rivista Fortune, al quale Papa Francesco ha rivolto parole di ammirazione e gratitudine. Le battaglie personali di Mimmo e i riconoscimenti internazionali per il suo modello di integrazione hanno fatto scuola in Europa, da Bruxelles a Cambridge.
Evidentemente però c’è chi ha avuto interesse a smontare e a denigrare un sistema che dà invece valore non solo a Riace, ma a tutta la Calabria, perché manda in corto circuito la logica della guerra tra poveri, rompendo la narrazione per cui “bianchi” e “neri” avrebbero interessi contrapposti.
Il reato di “immigrazione clandestina” è un’invenzione di Bossi e Fini, ed è il classico reato che produce “crimine” là dove non c’è. Il sindaco di Riace è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, cioè per aver organizzato la solidarietà, per aver rotto questo schema, suggerendo così possibilità di integrazione – oltretutto a costo quasi zero!
L’esperienza positiva di Riace, della sua amministrazione, ha avuto contro sin dall’inizio i fascisti i razzisti e la ndrangheta e poi anche settori degli apparati dello stato, in assoluta continuità tra la gestione Minniti e quella di Salvini, che hanno fatto di tutto per impedire che questa esperienza potesse essere un punto di riferimento per altre amministrazioni. Per questo da due anni a Riace erano stati tagliati e sospesi i fondi che in giro vengono distribuiti a pioggia e anche in pessime mani. L’arresto suona, politicamente, come una vendetta per aver dimostrato che nel nostro Paese si può essere accoglienti e si può combattere la deriva razzista e xenofoba insegnando e praticando solidarietà.
L’arresto del sindaco dell’accoglienza è un atto gravissimo, un segno di quel degrado autoritario e pericoloso che minaccia i principi stessi della nostra Costituzione. Contro quest’arresto bisogna alzare più alta possibile la voce dell’indignazione.
Siamo tutti in pericolo, NON SI ARRESTA UNA SPERANZA!
A questo governo e a tutte le istituzione noi diciamo: se arrestate Mimmo allora dovrete arrestare tutti noi compagne e compagni che pratichiamo da tempo il vostro “reato di solidarietà”!!!
-LE COMPAGNE ED I COMPAGNI DEL CENTRO SOCIALE 28MAGGIO-