escalation di violenza‏

Due appunti che mi fanno pensare, oggi. uno è un comunicato recentissimo del ministro Maroni, si può leggere in
http://www.libero-news.it/news/818655/Hanno-intenzione-di-uccidere-Allarme-di-Maroni-sui-No-Tav.html 
 Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, lancia l’allarme: “Ho sentito che il sindacato di polizia Sap dice che questi hanno intenzione di uccidere: io temo sia così, perchè quando si prendono le bombe carta, le molotov, i massi da lanciare addosso a poliziotti e carabinieri si ha intenzione di uccidere”. Nel mirino del sindaco leghista ci finiscono i militanti No-tav, che nella notte passata sono tornati a manifestare a Chiomonte. “Lo avevo detto e lo ribadisco – ha aggiunto Maroni -: questa è la mia opinione”- 
Il secondo punto è un articolo di Massimo Fini, apparso sul Fatto quotidiano il 7/9 scorso. 
Dice Fini che dopo l’esternazione di Berlusconi che questo è “un paese di merda” (cito!) si sarebbe aspettato che gli italiani scendessero in strada, non per il solito e inutile sciopero politico alla Camusso, ma per dirigersi, con bastoni, con randelli, con mazze da baseball, con forconi verso la villa di Arcore o Palazzo Grazioli o qualsiasi altro bordello abitato dall’energumeno per cercare di sfondare i cordoni di polizia e l’esercito
di guardie private da cui è difeso, e dirgli il fatto suo. Invece la cosa è passata come se nulla fosse. Encefalogramma piatto
Ora, Fini, nonostante scriva sul Fatto quotidiano, è un uomo di destra. di estrema destra, quella che fa riferimento ad Alain de Benoist (si vedano i suoi riferimenti come Movimento Zero, il partito che ha fondato). Si legga il suo “Manifesto dell’antimodernità” a questo link
http://www.massimofini.it/ultime/manifesto-dell-antimodernita
dove appaiono anche i nomi dei firmatari, dallo stesso de Benoist a personaggi del calibro di Paolo Signorelli (oggi deceduto, l’ideologo di Terza posizione), di Alberto Mariantoni, che scrive da Ginevra dove risiede dal 1970, quando fu indagato per il tentato golpe di Borghese, di Franco Nerozzi, veronese, che patteggiò una condanna per un’accusa di traffici di mercenari in vista di un tentativo di golpe alle Comore, dei missini di lunga data Tomaso Staiti di Cuddia e Filippo Misserville, e tutta una serie di militanti di quella destra che è nota come “comunitarista”, che gravita intorno a riviste come “Aurora”, “Rinascita nazionale”, “Eurasia”; ed una serie di triestini, tra i quali Lorenzo Salimbeni, attivista della “Riva destra” di Azione giovani ed oggi membro del direttivo della Lega nazionale e di Generazione Europa assieme a Marco Bagozzi, altro firmatario.
In questo manifesto, del quale non sono riuscita a trovare la data esatta di pubblicazione (credo estate del 2010, ma aspetto ulteriori dati, se qualcuno li sa), si legge questa conclusione, che ben si accosta a quanto scritto da Fini nell’articolo sopra citato:
Levate la testa, gente. Non lasciatevi portare al macello docili come buoi, belanti come pecore, ciechi come struzzi che han ficcato la testa nella sabbia. Infondo non si tratta che di riportare al centro di Noi stessi l’uomo, relegando economia e tecnologia al ruolo marginale che loro compete. Chi condivide in tutto o in parte lo spirito del Manifesto lo firmi. Chi vuole collaborare anche all’azione politica, nei modi che preferisce e gli sono più congeniali, sarà l’arcibenvenuto. Abbiamo bisogno di forze fresche, vogliose, determinate, di uomini e donne stufi di vivere male nel “migliore dei mondi possibili” e di farsi prendere in giro. Forza ragazzi: si passa all’azione.
L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno oggi è di qualcuno che cavalchi il cavallo della protesta per fare ciò che Maroni dice di “temere”. Penso che sarebbe opportuno rispondere per le rime a personaggi del calibro di Fini, che dopo essersi creato un’immagine “alternativa” di uno che le canta a tutti e pensa ad un nuovo modo di fare politica, alla fine tira fuori battute che sembrano uscire da quel vecchissimo copione spesso replicato in Italia che ha il titolo di “strategia della tensione”.
Forse sono un’allarmista, ma è mia abitudine tenere gli occhi aperti. read more