TRUMP STA A BIDEN COME SALVINI A MINNITI

TRUMP STA A BIDEN COME SALVINI A MINNITI

“Non ballerò di gioia per la vittoria di Biden, ma non nasconderò un sorriso mentre il mondo perde questo sgradevole biondo”   Bassam Saleh

Nessuno si sogna di difendere un reazionario come Trump nemico giurato di ogni istanza socialista o anche solo timidamente antimperialista.

Trump se ne va lasciando dietro di sé l’enorme carico di indignazione e rabbia che la sua presidenza ha suscitato. Ora per molti non rimane  altro che recuperare un equilibrio umano e legale dentro e fuori gli USA. Trump ha disdettato il trattato INF firmato da Reagan e Gorbachev che impegnava USA e URSS a distruggere i loro missili a testata nucleare, ha disdettato l’accordo nucleare con l’Iran, è uscito dall’accordo sul clima,  ha tentato un golpe in Venezuela e in Bolivia, ha sostenuto la guerra in Yemen, continuato tutte le guerre che aveva ereditato, rimesso il blocco a Cuba, portato l’ambasciata statunitense a Gerusalemme riconoscendola come capitale dello stato di Israele e infine iniziato la guerre fredda alla Cina.

Ma non c’è nulla da festeggiare per la vittoria di Joe Biden!

Gli Stati Uniti, che non hanno riconosciuto le elezioni di altri paesi come Venezuela, Bolivia, Bielorussia, ora si trovano a mettere in discussione il loro esito elettorale per bocca del loro stesso Presidente che ne denuncia i brogli.

Trump se ne va, e qualcuno può pensare che il mondo intero ricomincia a respirare, ma rimane il trampismo, rimane quel clima di odio razzista che il trampismo ha spalmato in questi anni non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.

Trump ha dietro di sé 70 milioni di voti. Ha perso per poco, ed è questa la notizia su cui pochi vogliono riflettere …

Il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarà il leader di una nazione spaccata in due metà quasi uguali (73,8 milioni di voti contro 69,3), in cui le divisioni di classe e di casta hanno fatto esplodere grandi sollevazioni sociali.

Ora pensare che il nuovo presidente possa favorire la protesta di piazza in particolare quella degli Antifa e dei Black Lives Matter è una pia illusione. Biden non è mai stato la figura di riferimento di questi movimenti, Biden è la figura di riferimento delle grandi lobby internazionali che possono spostare ingenti capitali da un continente all’altro e che determinano la vita politica di intere nazioni. Biden è stato scelto dal sistema proprio per fermare questo popolo che dà vita e linfa ai movimenti sociali pacifisti, femministi e antirazzisti. E coloro che lo festeggiano per la sua vittoria si troveranno presto a piangere lacrime amare. Non per niente non hanno voluto candidare Bernie Sanders e provare davvero a voltare pagina.

Gli USA non sono mai stati una vera democrazia, ma un sistema di potere oligarchico, liberale, imperialista e guerrafondai che non ha mai favorito le classi disagiate.

Dobbiamo ricordarci che Joe Biden, è stato il vice del premio ‘Nobel per la Pace’ Barack Obama. Altro presidente celebrato come una speranza di cambiamento. Sappiamo tutti come è andata a finire: durante la sua presidenza ha sganciato il maggior numero di bombe rispetto ai suoi predecedessori su Afghanistan, Libia, Somalia, Pakistan, Yemen, Iraq e Siria. Ha imposto sanzioni criminali contro il Venezuela, definito “minaccia inusuale e straordinaria per la sicurezza nazionale”, ha armato i golpisti a Caracas così come a Managua nel tentativo, naufragato, di rovesciare il governo sandinista in Nicaragua guidato dal Comandante Daniel Ortega, ha sostenuto le operazioni di lawfare (golpe blando) in America Latina che hanno condotto al golpe parlamentare contro Dilma Rousseff in Brasile e il killerraggio politico dell’ex presidente argentina Cristina Kirchner. Va ricordato che Joe Biden non si è mai staccato da questa componente guerrafondaia anche quando Julian Assange, fondatore di Wikileaks, ha dichiarato di avere le prove del collegamento tra l’ex candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti Hillary Clinton ed il gruppo terroristico ISIS. La Clinton non solo aveva legami con i terroristi, mentre ricopriva la carica di Segretario di Stato USA, ma ha anche autorizzato l’invio di armi americane in Qatar da consegnare ai ribelli libici per rovesciare Gheddafi. La Clinton ha cercato di applicare in Siria lo stesso schema. Le sue iniziative hanno favorito l’afflusso di armi e denaro ai terroristi ribelli, allo scopo di rovesciare il governo di Bashar al-Assad.

Joe Biden è stato uno dei più ferventi sostenitori dell’azione militare statunitense contro i serbi durante lo scioglimento della federazione jugoslava, prima in Croazia (1991-95), poi in Bosnia (1992-95), e poi nella provincia serba del Kosovo (1998-1999). Joe Biden ha sostenuto tutte le guerre intraprese dagli USA negli ultimi 40 anni, cambi di regime e rivoluzioni colorate. Inoltre la famiglia Biden ha legami e affari poco chiari con i neonazisti in Ucraina. Hunter Biden, figlio di Joe, entrò nel consiglio d’amministrazione della Burisma Holdings, compagnia ucraina del gas, nel maggio 2014, con uno stipendio di 50 mila dollari al mese. Il figlio di Biden venne scelto nonostante non parlasse la lingua e non avesse particolari esperienze nel campo energetico. Ma venne cooptato pochi mesi dopo la decisione di Obama di affidare al suo vice il compito di seguire la transizione politica in Ucraina. Dove per transizione si intende la rivoluzione colorata che ha portato al potere in Ucraina i neonazisti  e cacciato il presidente Viktor Yanukovich.

Gli Stati Uniti rimangono la democrazia occidentale con il peggior sistema elettorale, il peggior sistema giudiziario, e il sistema sanitario peggiore di qualsiasi altra democrazia al mondo. Gli Stati Uniti d’America rimangono il paese più guerrafondaio al mondo, dentro e fuori i loro confini, esperti in tutti i tipi di guerre e blocchi contro i paesi che cercano una via alternativa al capitalismo, contro i poveri e le minoranze interne ed esterne alle loro frontiere.

E’ il paese che produce la maggior disuguaglianza e discriminazione razzista, che spende più soldi al mondo per il sistema militare d’offesa.

Rimane il paese che consuma più risorse energetiche di qualsiasi altro e  inquina il nostro pianeta più di qualsiasi altro.

No, non festeggeremo la vittoria di Biden, che non è nient’altro che un burattino di questo sistema capitalista, perché  questi sono i DEMOCRATICI che tanto piacciono alla nostra sinistra ormai ridotta a “bande di ultras” che tifano e si scontrano violentemente senza un senso preciso, che ha scambiato il vecchio motto “Proletari di tutto il mondo unitevi!” con il nuovo motto: “Il comunismo è morto, Marx è superato e il capitalismo è l’unico dei sistemi possibili, ma possiamo sentirci bene lo stesso, purché ci lascino un po’ di welfare e i diritti civili!”, e questa è la vera catastrofe politica e culturale che noi non accetteremo mai!

LE COMPAGNE E I COMPAGNI DEL CENTRO SOCIALE 28MAGGIO