Archivi categoria: repressione

Stato di Polizia: ne parliamo con Cremaschi – Dosio – Pezzucchi

Il 25 marzo a Roma alla manifestazione contro questa Unione Europea sono stati bloccati diversi pullman di manifestanti per verificare il loro orientamento ideologico, i compagni sono stati identificati, perquisiti, trattenuti per ore ed ore impedendo loro di recarsi al corteo, sono stati emessi fogli di via, il corteo è stato accerchiato e spezzato dalla polizia in due tronconi nel tentativo di provocarne la reazione. Tutto questo dopo che i più importanti media hanno sparso allarmismi ipocriti mescolando Isis e Black bloc negli stessi discorsi, messo in allarme un intero quartiere e intimato ai commercianti di tirar giù le saracinesche. Il decreto Minniti fa la differenza perché segna uno spartiacque nel rapporto tra conflitto sociale e governi di questo paese. È di questo che vogliamo discutere insieme per capire cosa ci aspetta e come far fronte in maniera adeguata all’azione repressiva di questo Stato di polizia.
L’urgenza della situazione antidemocratica che ci tocca vivere impone una risposta collettiva:
per questo e tanto altro ancora vi invitiamo: read more

SOLIDARIETA’ A GIORGIO CREMASCHI

IL CENTRO SOCIALE 28 MAGGIO DI ROVATO

ESPRIME LA SUA SOLIDARIETA’

A GIORGIO CREMASCHI E AI COMPAGNI AGGREDITI.

Il 14 febbraio 2014 a Milano è stata scritta una delle pagine  peggiori della storia della CGIL .

La brutale aggressione ai danni di Giorgio Cremaschi, primo firmatario della mozione 2 ”Il sindacato è un’altra cosa”del 17° Congresso della CGIL e degli altri compagni che lo accompagnavano è stata perpetrata da una squadraccia di picchiatori del servizio d’ordine della CGIL. Questa aggressione avviene proprio nel periodo di svolgimento del Congresso della CGIL e nelle sue modalità di esecuzione ricalca la cultura razzista e intollerante  che ha sempre caratterizzato le organizzazioni fasciste, e non certo il movimento operaio. read more

Anatomia di un interrogatorio – L’ospitalità

La prima puntata di ANATOMIA DI UN INTERROGATORIO, la web serie più cupa mai girata all’interno di una Procura!

Giuseppe Uva muore il 14 giugno 2008 dopo essere stato fermato dai carabinieri mentre, di notte, spostava delle transenne in mezzo a una strada. Uva e l’amico Alberto Biggiogero vengono portati in caserma e qui tenuti in due stanze diverse. Uva, dopo aver subito un trattamento sanitario obbligatorio, muore in ospedale intorno alle 11 del mattino. Il giorno successivo Alberto Biggiogero presenta un esposto in cui racconta quello che ha visto e sentito. Verrà ascoltato dalla procura solo cinque anni e mezzo dopo, il 26 novembre 2013, quando il pm Agostino Abate interroga per la prima volta il testimone oculare. Le quasi quattro ore di interrogatorio, descrivono perfettamente il clima che si è respirato nella procura di Varese in questi lunghi anni. Pubblicheremo dei momenti di questo interrogatorio perché — oltre al fatto che alcuni sono grottescamente spassosi – siamo profondamente convinti di una cosa: la vicenda di Giuseppe Uva merita magistrati che finalmente compiano il proprio dovere.
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nei secoli fedele (2013)

AIUTIAMO LUCIA UVA
il 31 dicembre scadono i termini per le indagini del caso Uva, vorremmo
contribuire ad alzare l’attenzione in merito per cui chiediamo a chiunque di
voi ne avesse modo di organizzare sul proprio territorio una proiezione del
documentario di Giuseppe Uva, il documentario lo trovate in rete
http://www.youtube.com/watch?v=qM5r-Z0JwK0, Lucia ha chiesto una mano a
diffonderlo il più possibile.
L’idea che avevamo era quella di concentrare tutte le proiezioni in un’unica
giornata o nei giorni adiacenti e di fare poi un volantino unico da far
girare via web segnalando tutte le proiezioni con luoghi e orari.
La giornata in questione potrebbe essere il 10 dicembre che è la giornata
mondiale dei diritti umani.
Chi pensa di potercela fare ad organizzare una cosa simile ci contatti
dandoci tutti i riferimenti della proiezione (data, ora e luogo) read more

Chi è Kimyongür, l’attivista arrestato in Italia

Bahar Kimyongür, giornalista turco impegnato a denunciare il coinvolgimento del governo Erdogan nella guerra siriana, è stato arrestato ieri al suo arrivo in Italia. Redazione venerdì 22 novembre 2013 15:54 =&0=&

Ieri mattina -21 novembre-, è atterrato all’areoporto di Milano Bahar Kimyongur. È stato immediatamente prelevato dalla Digos e condotto in carcere a Bergamo. L’attivista, che collabora da tempo con il gruppo di giornalisti del sito belga di Michel Collon, era arrivato in Italia per una serie di conferenze sulle vicende siriane. La persecuzione politica da parte del regime turco contro Kimyongur (ci sono state anche ripetute richieste di estradizione) va avanti ormai da anni. Arrestato prima in Belgio, poi in Spagna, Bahar era stato portato in giudizio sulla base della legislazione anti-terrorismo del Belgio con l’accusa di far parte di un gruppo terrorista. Era stato condannato in primo grado di giudizio nel febbraio 2006 e in appello nel novembre 2006, per poi essere assolto nel 2007 e nel 2009 in seguito alle sentenze di Cassazione. read more

Comunicato stampa del Centro Sociale 28 maggio di Rovato, del Partito della Rifondazione Comunista e dei Cittadini per la Costituzione di San Vigilio – Concesio

COMUNICATO STAMPA

 

Sabato 9 novembre 2013 si è svolto il presidio sotto la Prefettura organizzato dal Centro Sociale 28 maggio di Rovato, dal Partito della Rifondazione Comunista e dai Cittadini per la Costituzione di San Vigilio – Concesio.

Abbiamo presentato un esposto al Prefetto per chiedere la chiusura di tutti i covi fascisti sul nostro territorio dopo: il “Sabato Fascista” organizzato da Casa Pound a San Vigilio, il presidio di Forza Nuova per “festeggiare” a suo modo le 363 vittime della strage di Lampedusa al crocevia di Sarezzo, i gravi attentati alla sede di Rifondazione Comunista di Lonato e al Centro Sociale 28 maggio di Rovato, le ripetute provocazioni al quartiere Carmine di Brescia. read more

NOTIZIE SU EURIDICE

Euridice alla lettera significa trovare giustizia. Orfeo va oltre il confine dei vivi per riportarla in terra. Ho conosciuto e fatto parte di una generazione politica appassionata di giustizia, perciò innamorata di lei al punto di imbracciare le armi per ottenerla. Intorno bolliva il 1900, secolo che spostava i rapporti di forza tra oppressori e oppressi con le rivoluzioni. Orfeo scende impugnando il suo strumento e il suo canto solista. La mia generazione e scesa in coro dentro la rivolta di piazza. Non dichiaro qui le sue ragioni: per gli sconfitti nelle aule dei tribunali speciali quelle ragioni erano delle circostanze aggravanti, usate contro di loro. read more

Criptofascismo e Cinque stelle: il lusso di essere disumani

“Ieri è passato l’emendamento di due portavoce senatori del MoVimento 5 Stelle sull’abolizione del reato di clandestinità. La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all’interno. Non siamo d’accordo sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché un portavoce non può arrogarsi una decisione così importante su un problema molto sentito a livello sociale senza consultarsi con nessuno. Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma non è la nostra. Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un’unica entità. Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia. Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice “La clandestinità non è più un reato”. Lampedusa è al collasso e l’Italia non sta tanto bene. Quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?” read more