Trentanovesimo giorno consecutivo a Brescia di superamento dei livelli di guardia del Pm 10, le cosidette polveri sottili liberate nell’aria da traffico, riscaldamento delle abitazioni e industria. Lo snodo principale rimane quello del traffico urbano ed extraurbano che determina per buona parte l’innalzamento di questi livelli. Il comune ha presentato le sue contromisure per tentare di arginare il problema: targhe alterne da sabato fino a fine mese, con la circolazione alternata in vigore dalle 9 di mattina alle 18 di sera. Oltre a questo inviti e indicazioni a mantenere il riscaldamento pubblico e privato non oltre i 20 gradi. Per il momento nessun blocco totale del traffico urbano, una misura adottata nelle scorse settimane a Milano, ne’ un abbassamento del limite di velocita’ urbano, come gia’ fatto nel comune di Saronno. Di seguito le interviste con Paola Vilardi, assessore all’ecologia del comune di Brescia, Marino Ruzzenenti, storico ambientalista bresciano, e alcune voci raccolte tra gli automobilisti e i passanti di via Milano.
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Alcuni video delle proteste di questi giorni in Italia a sostegno delle cause Egiziane e Tunisine
EGITTO: SCONTRI FUORI CONTROLLO, STANOTTE E DOMANI GIORNO DELLA VERITA’?
da Radio Onda d’Urto
Ci sono voluti i carri armati dell’esercito per allontanare i manifestanti pro Mubarak dal gruppo dei contrari al regime in piazza Tahir dove negli assalti di ieri e questa notte ci sono stati almeno 13 morti e 800 feriti. Altri conteggi invece dicono che i morti sarebbero decine e i ferimenti più di 1.500. Sostenitori di Mubarak sono ancora oggi liberi di scorrazzare per il centro, dove controllano una parte di piazza Tahrir. Dai ponti e dai palazzi cecchini del regime sparerebbero sui manifestanti dell’opposizione, circa 15mila, anch’essi in piazza e nelle vie adiacenti. Barricate si segnalano, sempre a Il Cairo, in Liberation Square e nel centro di Alessandria. Il collegamento dal Cairo con Azzurra Meringoli, giornalista free lance.
NO ALLE ESPULSIONI: SABATO PRESIDIO IN PREFETTURA
A La lotta con l’occupazione della gru sta dando i primi parziali risultati. I recenti pronunciamenti del Consiglio di Stato, che accolgono i ricorsi dei migranti contro l’impedimento a usufruire della sanatoria, impedimento costituito dal cosidetto reato di “clandestinita’”, smentendo anche il Tar di Brescia e la volonta’ della Procura di Brescia di applicare la direttiva europea in materia di espulsioni che contraddice la legge Bossi-Fini, mostrano che solo con la mobilitazione si possono ottenere dei risultati. Per bloccare le espulsioni e i rigetti delle domande di sanatoria presidio sotto la prefettura di Brescia in piazza Broletto sabato 5 febbraio alle ore 11. Organizzano il Presidio sopra e sotto la gru e l’Associazione Diritti per Tutti. Per presentare la mobilitazione ai nostri microfoni Manlio Vicini, legale dell’Associazione Diritti per Tutti e Damiano Galletti, segretario provinciale della Cgil di Brescia.
PERICLE, Discorso agli Ateniesi (461 a.C.)
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Egitto: Uno sciopero da milioni di no
da Info Aut
Due milioni al Cairo, centinaia di migliaia nelle altre città e poi ancora i villaggi e i piccoli centri rurali. Milioni e milioni di no al regime, no alla crisi. L’Egitto raggiunge il culmine della rivolta nella grande giornata di sciopero generale. L’avevano promesso che avrebbero raggiunto cifre incredibili e così è, visto che mentre scriviamo sembra che i numeri dei manifestanti siano destinati a salire ancora. L’immensa piazza elTahrir, la piazza della Liberazione, è ormai piena e sembra che il movimento voglia anticipare ad oggi il corteo verso Heliopolis, il mega-quartiere che ospita la residenza ufficiale di Moubarak, che era stato fissato per venerdì.
Oltre 1200 i talebani uccisi dai soldati italiani in Afghanistan
da peacelink.it
La notizia di questo mortifero bilancio, proveniente da attendibili fonti ufficiose, è stato fornito dal direttore di RID (Rivista italiana difesa) Andrea Nativi, esperto ed informatissimo analista di faccende militari. L’Espresso ne dà notizia questa settimana. Il ministro La Russa tace e tace il governo 14 luglio 2010 – Elettra Deiana E’ in tutto e per tutto, anche per i nostri contingenti a Kabul e dintorni, il bilancio di una vera guerra, di quelle che chiamano “nuove”, dove i morti di parte occidentale sono relativamente pochi – ma pure ci sono – e quelli dell’altra parte sono tanti, tantissimi. E di questi ovviamente non si parla o se ne parla tra le righe, soprattutto se fanno parte dell’indifferenziato mucchio degli insurgents, mescolati sempre e sempre ad arte confusi, nelle cronache dal fronte, con i terroristi di Al Qaeda. Così pesano meno sulla coscienza di tutti, dai generali, ai ministri, all’opinione pubblica.Oltre 1200 i talebani uccisi dagli italiani in Afghanistan, da quanto il nostro Paese si è reso responsabile della partecipazione diretta all’impresa bellica degli Stati Uniti, fin dall’inizio, ai tempi di Bush, con l’invio nel 2003 di un piccolo contingente a Khost, sul confine col Pakistan. Ma è cifra approssimativa per difetto e non c’è da avere dubbi in proposito.
I segreti di guerra resistono, sono a prova di bomba. Il grosso degli uccisi da mano italiana risalirebbe alla primavera del 2009, nella famigerata e sanguinosissima campagna detta appunto di primavera, nella zona di confine, per quello che ci riguarda, con la regione di Kandhar. Quanti i morti della campagna di quest’anno, diretta fino a ieri dal rimosso generale McChrystal e nella quale, sotto comando ormai da tempo americano, si sono avvicendati l’italianissima Brigata Sassari e gli altrettanto italiani Alpini della Taurinense?
A SOSTEGNO DELLE LOTTE DEI GIOVANI NEL MAGHREB E CONTRO IL LIBERISMO CHE NEGA IL FUTURO
Un appello da Alberto Burgio e Salvatore Palidda:
Le rivolte esplose in quasi tutte le città della Tunisia e dell’Algeria e prima anche del Marocco nascono dalle stesse motivazioni che hanno provocato le lotte dei giovani a Londra come in Italia, in Francia e altrove.
Le conseguenze delle scelte liberiste sono dappertutto le stesse: accentuazione dell’asimmetria di potere e della distanza fra ricchezza e povertà, corruzione e protervia di poteri reazionari se non di tipo apertamente mafioso, erosione dei diritti fondamentali, negazione del futuro della società e quindi in primo luogo dei giovani. Puntando all’arricchimento immediato di pochi – da Cameron a Sarkozy, da Berlusconi a Ben Ali, da Bouteflika alla cerchia di potere del re del Marocco – il liberismo favorisce soltanto gli affari privati dei più forti e distrugge i servizi pubblici e quindi ogni prospettiva vivibile. I regimi tunisino e algerino stanno minacciando il bagno di sangue approfittando dell’appoggio dei governi francese e italiano e di altri europei. In Algeria e in Tunisia la polizia e l’esercito sparano persino sulle persone andate ai funerali degli assassinati. La gravità della situazione è rivelata dalla stessa Ue costretta a chiedere il cessate il fuoco dopo le decine di morti e le varie centinaia di feriti. Il rischio di un bagno di sangue è alto.
Sciopero Fiom: partecipazione e voglia di sciopero generale!
Torino. Migliaia di lavoratori partecipano al corteo della Fiom aTorino, partito alle 9 dalla stazione di Porta Susa. Quaranta pullman sonoarrivati da tutto il Piemonte. Aprono la manifestazione gli striscioni «Mirafiori, l’accordo della vergogna». Tra le presenze significative quelle dei lavoratori della Bertone, della De Tomaso, della Powertrain. In corteo anche le realtà autorganizzate, i No Tav, gli studenti delle scuole e dell’università, i sindacati di base. Negli interventi finali, la piazza ha lanciato più volte, sommergendo la Cgil quando parlava, la richiesta di “sciopero generale subito”!