Missioni italiane all’estero dopo voto alla camera luglio 2021

Il 7 ottobre 2001 le fortezze volanti di Granbretagna e USA cominciarono a bombardare a tappeto  l’Afghanistan con il pretesto dell’attentato alle torri gemelle di New York del mese precedente.

L’invasione e il tentativo di sopprimere la sovranità di quel paese  ebbero un iniziale successo e scatenarono gli appetiti di altri stati imperialisti. Nel dicembre dello stesso anno, infatti,  il governo e il parlamento italiano, con la tempestività servile di chi vuole accaparrarsi più briciole possibili a un banchetto di rapina, si accodarono   ad Americani e Inglesi con un primo manipolo  di 11 militari sbarcato a Kabul a dicembre.

Quella che era stata presentata come una operazione di polizia internazionale di breve durata si è poi rivelata come una guerra senza fine, tanto che il piccolo contingente  si andò ingrossando fino alla compresenza di diverse migliaia  di unità.

Da allora molta acqua è passata  sotto i ponti e  in venti anni di guerra  fiumi di sangue di innocenti  sono stati sparsi e continuano  ad essere  versati, non solo per effetto di armi da fuoco ma anche di torture.

Purtroppo questa orribile vicenda non ha cambiato l’orientamento dello stato italiano   che si muove come se fosse pervaso dalla stessa ossessione dei serial killer, con la differenza che i serial killer agiscono in un quadro clinico patologico, mentre lo stato   ufficiale e quello profondo che ci governano sono sospinti dalla voracità di interessi finanziari, industriali e militari.

La storia  non ha insegnato nulla al parlamento ed al governo italiani, ciechi e sordi alle tragedie provocate dalle guerre e ad ogni istanza “umanitaria”. L’ultima disposizione adottata è del luglio 2020 quando la Camera,  senza alcun voto contrario, ha definitivamente approvato la legge relativa  ai nuovi impegni militari internazionali: in tutto quarantuno missioni dislocate nei punti più sensibili del pianeta secondo il criterio del cosiddetto interesse nazionale.

La nuova mappa riguarda 41 missioni  con un impegno complessivo di più di 8000 militari ed una spesa stimata di circa 1200 milioni di euro.

È degno di interesse vedere come sono distribuite le missioni con riferimento alle organizzazioni internazionali con cui vengono svolte:

12 della U.E., 9 della NATO, 7 dell’ONU e, da sottolineare, 13 su base nazionale o in coalizioni internazionali “ad hoc”. ,

Questi i principali interventi deliberati    (Non sempre i dati degli effettivi sono stati pubblicati                                                                               in modo preciso – alcune informazioni mancano come                                                                                              se fossero state segretate)

 NUOVI IMPEGNI:

TAKUBA  nel  Sahel, una forza multinazionale “ad hoc” che raggruppa alcuni Paesi europei a guida francese e che opererà a fianco dell’Operazione francese BARKHANE . Si tratta  quindi una missione non emanazione di U.E. NATO o ONU, una task force composta da Forze Speciali e il cui compito principale è quello di fornire attività di consulenza, assistenza, addestramento e guida  a supporto delle Forze Armate e delle Forze Speciali locali con funzioni “ufficiali” di anti terrorismo .  Con questo impegno l’Italia accresce così la sua presenza nel Sahel che, tra TAKUBA e la missione bilaterale in Niger, arriva a 600 unità.

Golfo di Guinea intervento nazionale

Un altro nuovo intervento è quello nel Golfo di Guinea, dove sono molto forti gli interessi dell’ENI e, pare, la minaccia della pirateria, con un dispositivo composto da 2 navi.

Mediterraneo centrale – IRINI

missione europea U.E.  nel Mediterraneo Centrale  per la quale l’impegno italiano è quantificato in una nave e 3 mezzi aerei.

LE PRINCIPALI  MISSIONI CONFERMATE

EUROPA

Missione NATO Joint enterprise – KOSOVO 620 militari

 EUFOR ALTHEA – U.E.   Bosnia Erzegovina 40 militari

 Sea guardian mediterraneo NATO  è una forza marittima multinazionale integrata composta da navi appartenenti a diverse Nazioni Alleate (NATO)

OPERAZIONE MARE SICURO – intervento nazionale – con funzioni antiprofughi

 ALTRE OPERAZIONI  NATO  cui partecipa l’Italia:

 Enhanced forward presence (Lettonia) 200 militari

Standing naval forces – fronte sud del mediterraneo – 259 militari

Missioni air policing – sorveglianza spazio aereo  – 135 militari

 ASIA

 Afghanistan – Resolute support mission  NATO   con ancora 800 unità

 Libano UNIFIL  con più di 1100 unità

 Palestina  (MIADIT ) 33 UNITÀ

IRAQ Kuwait 

 OPERAZIONE INHERENT RESOLVE – PRIMA PARTHICA  Coalizione internazionale di 65 paesi   1100 unità

Intervento NATO 46  militari

 AFRICA

 

LIBIA

Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIBIL) 400 MILITARI

 TUNISIA

Missione bilaterale 15 militari

 MALI

Missione ONU “MINUSMA”

Missione U.E. “EUTM”

Missione U.E. “EUCAP  “Sahel Mali”

in tutto circa 40 militari

 NIGER

Missione bilaterale di supporto nella repubblica del Niger 300 militari

 SOMALIA

EUTM somalia 148 militari

missione di addestramento forze polizia somale e  gibutiane 53 miltari

GIBUTI

Base militare  – 117 militari.

Le missioni militari italiane all’estero  fonte Ministero Difesa  gennaio 2020